Come non fosse successo niente: a Pechino è esploso un ristorante vicino alla sede del Governo, ma la sicurezza è talmente efficiente che la notizia è stata rimossa da molti mezzi di comunicazione statali.
Il 23 febbraio un’esplosione ha raso al suolo un ristorante a Pechino, provocando sette feriti, due in condizioni critiche. Ma dopo che tutti sono stati mandati in ospedale, non si sa più nulla: non si sa se qualcuno è morto a causa dell’esplosione, neppure i titolari del ristorante sono stati informati.
Al momento dell’incidente, la famiglia che gestisce il ristorante Defeng era in visita da alcuni parenti nella loro provincia natale di Sichuan per il capodanno cinese. La moglie del proprietario ha rivelato in un’intervista che suo marito ha ricevuto una chiamata dalla stazione di polizia locale, la mattina del 23 febbraio. Si è subito precipitato sul posto, ma gli è stato impedito di entrare perché era pericoloso.
A destare sospetti dell’efficienza della sicurezza, è anche il fatto che il ristorante era situato nel distretto di Xicheng, vicino a Zhongnanhai, a soli 650 metri dalla sede del Pcc (Partito comunista cinese), a Pechino. Non si conoscono al momento le dinamiche dell’esplosione, ma l’incidente è capitato “casualmente” in vista di un importante incontro politico dell’élite della Cina comunista, precisamente una settimana prima delle ‘Due Sessioni’, il principale raduno politico annuale dei leader cinesi, che inizierà il 4 marzo. Infatti la notizia dell’incidente è stata rapidamente rimossa da tutti i media cinesi, vista la delicatezza della questione.
“Il Parlamento fantoccio del regime cinese (il Congresso nazionale del popolo) e il suo organo consultivo (la Conferenza consultiva politica del popolo cinese) si riuniranno per emanare politiche e programmi. In genere all’incontro partecipano oltre 5 mila delegati da tutto il Paese“, ha riportato Epoch Times. La testata internazionale ha scoperto tra l’altro che i principali mezzi di comunicazione cinesi hanno rimosso la notizia, inclusi i portali di notizie Sohu, NetEase, Sina e The Paper. E forse anche il social media cinese Weibo l’ha rimossa dalla piattaforma, dato che una ricerca delle parole chiave sull’argomento non ha prodotto alcun risultato.
[ Fonte: Epoch Times ]