Il cacao è un bene di lusso, o perlomeno è sulla strada per diventarlo. I prezzi sono notoriamente saliti alle stelle da ormai un paio di anni a questa parte, frutto di una congiunzione di mercato vede una domanda ostinatamente solida e problemi di approvvigionamento sempre più gravi. Ce n’è poco, in altre parole, e costa parecchio: un bene di lusso, per l’appunto. E così c’è chi, in Camerun, sta pensando di ricorrere alle canoniche premure da dedicare ai beni di questo genere: sorveglianza, pattuglie, guardie armate. Di machete.
La cosiddetta pietra dello scandalo, l’avrete intuito, è la variabile climatica. La produzione dell’Africa centro-occidentale, uno dei principali hotspot produttivi al mondo, è stata pesantemente compromessa dal susseguirsi di una spietata siccità e piogge travolgenti.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutto: Barry Callebaut, rinomato produttore di cioccolato, è crollato in borsa lo scorso luglio; e dalle nostre parti aziende storiche come la Zaini di Milano stanno affrontando pesanti manovre di ridimensionamento. Ma nel seguire il filo di Arianna, una domanda sorge spontanea: com’è la situazione alla fonte?
Ordine e disordine in Camerun, da arco e frecce agli amuleti magici
È una storia vecchia come il mondo. Il prezzo di un determinato bene aumenta a dismisura, ed ecco che ladri e malintenzionati sono attirati come falene a una fiamma. Gli agricoltori, comprensibilmente preoccupati per la propria incolumità (e per il proprio raccolto, com’è ovvio), si vedono costretti a ricorrere anche a misure drastiche.
Vale poi la pena notare che in Camerun il mercato è liberalizzato (a differenza della Costa d’Avorio e del Ghana, dove il cacao è venduto a un prezzo fisso regolato dalle autorità locali), garantendo agli agricoltori la possibilità di un guadagno ancora più sostanzioso.
Numeri alla mano, i dati del National Cocoa and Coffee Board mostrano che i prezzi sono triplicati rispetto a 1.500 franchi CFA (2,56 dollari) al kg, il prezzo minimo all’inizio della stagione 2023/24. Guardie e ladri, dunque, con un tocco di machete.
Per affrontare il problema rappresentato dalla presenza dei ladri, diverse comunità agricole hanno preso a formare gruppi di vigilanti armati di fischietti, giubbotti riflettenti, archi e frecce, machete e lance. I colleghi di casa Reuters, allo stesso modo, raccontano anche di metodi meno convenzionali, come amuleti magici che dovrebbero intrappolare i malintenzionati o maledirli. E la violenza, nel frattempo, serpeggia con passo sempre più marcato.
Tra i casi più recenti c’è quello di due coltivatori di cacao, uccisi e derubati dai loro stessi dipendenti: in risposta all’escalation dei furti le autorità locali hanno ritenuto opportuno implementare nuove misure di protezione, come il divieto ai cittadini di acquistare cacao da agricoltori e altri individui (bambini compresi) non registrati.