Se da una parte pare che la carenza di precipitazioni non abbia danneggiato la vendemmia, ecco che per le patate le cose sono andate diversamente: la siccità ha ridotto a tal punto i raccolti in Europa che per il 2022 si parla della produzione più bassa di sempre.
I dati arrivano dalla Commissione Paritetica della Borsa Patate di Bologna. Sono stati esaminati i numeri provenienti sia dai paesi in cui la raccolta è già terminata, sia dai paesi del Nord Europa dove la raccolta è ancora in corso. Ebbene: la raccolta di questi tuberi di quest’anno è la più scarsa di sempre.
Tutto per colpa della siccità, dell’assenza di precipitazione e dalle ondate di caldo che hanno ridotto sia il numero che le dimensioni di questi tuberi. Ad aggravare la situazione ci si sono messi, poi, anche alcuni parassiti come l’Agriotes spp, noto come ferretto: contro di essi non ci sono ancora sistemi di protezione adeguati.
Il tutto, poi, peggiorato dall’aumento dei costi di produzione, con riferimento soprattutto a quelli dell’energia e dei fertilizzanti, dalla mancanza di concimi, dalle problematiche fitosanitarie e dalla concorrenza con grano e mais.
Si teme, poi, che anche per il 2023 ci sarà una netta riduzione delle superfici coltivate a patate, un po’ perché costa di più produrre patate che non grano e mais, un po’ perché è molto più rischioso coltivare questi tuberi.
Alla luce di tutti questi fatti, gli operatori della Borda hanno alzato il valore della patate di prima qualità: adesso costano 45 centesimi al kg per il prodotto di prima categoria certificato GlobalGap/Grasp. Il che vuol dire che, nel corso delle prossime settimane, di sicuro aumentare i prezzi delle patate anche nella vendita al dettaglio.