Mi chiedo e dico: ma quando a Bruxelles fanno le leggi, qualcuno ci pensa poi al fatto che all’atto pratico a volte creano più guai che altro? Perché magari sulla carta una cosa sembra buona e giusta, ma quando cerchi di applicarla rischi di far affondare la barca. Un esempio chiarificatore è quanto successo adesso con l’entrata in vigore della nuova legge sull’etichettatura dei vini europei. Un piccolissimo cavillo voluto dalla Commissione UE rischia di mandare all’aria l’evasione degli ordini di Asti Spumante e Moscato d’Asti proprio durante le festività di Natale.
Cosa ha combinato questa volta l’UE per quanto riguarda l’etichettatura dei vini?
In pratica Asti Spumante e Moscato d’Asti hanno 20 milioni di nuove etichette già stampate, ma che a causa del cavillo in questione non si possono usare. Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio Asti Docg, ha spiegato cosa sia successo. L’8 dicembre entrerà in vigore la nuova norma sull’etichettatura sui vini europei. Le imprese della denominazione si erano portate avanti per non farsi cogliere impreparate e già da tempo avevano realizzato etichette per uniformarsi al Regolamento 2021/2117.
Solo che poi l’esecutivo europeo ci ha ripensato e il 24 novembre ha reso note le linee guide, modificandole all’ultimo. Un po’ poco il tempo per adeguarsi nuovamente, no? Per questo motivo il Consorzio Asti Docg ha chiesto alle istituzioni italiane e a quelle UE di risolvere il pasticcio che l’UE stessa ha creato. Quello che le etichette chiedono è che Bruxelles permetta di usare, almeno fino a fine scorte, le etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida.
Se l’UE non concederà tale permesso, rischiamo di non trovare sugli scaffali spumanti e vini del Consorzio, con gravi danni per le aziende e per il territorio visto che si parla di mille aziende coinvolte, 10mila ettari di vitigni e una produzione di più di 100 milioni di bottiglie che vengono vendute soprattutto sotto le feste di Natale.
Andando più nel dettaglio, due anni fa era stato pubblicato il Regolamento etichettatura. Qui veniva data la possibilità alle aziende di garantire, tramite un QR code apposito, informazioni su ingredienti e tabelle nutrizionali di vini e prodotti vitivinicoli aromatizzati, il tutto per via elettronica. Così, portandosi avanti, ecco che i produttori avevano iniziato a stampare milioni di etichette seguendo tali indicazioni. Che, ricordiamo, erano state fornite dall’UE, non trovate sul retro delle scatole di cioccolatini.
Ma una settimana fa ecco che la Commissione UE si è svegliata e ha deciso di inserire un piccolissimo cavillo che, però, avrà un impatto devastante. Per qualche motivo qualcuno della Commissione ha pensato che fosse un’idea geniale a sole due settimane dall’entrata in vigore della nuova normativa, decidere all’ultimo che il QR code doveva essere identificato tramite la parola “Ingredients” e non più solo con la lettera “i”. E questo nonostante finora gli fosse andata bene la singola lettera.
Il problema è che chi ha inserito tale cavillo non ha considerato che per stampare tutte quelle nuove etichette servono almeno due settimane di lavorazione. E considerando le tempistiche, linee guida pubblicate il 24 novembre, norma che entrerà in vigore l’8 dicembre, ecco che con i tempi non ci si sta dentro.