“Non si gioca con il cibo”, diceva la mamma. Ma quando il cibo gioca con noi, che si fa? Alcuni ricercatori USA hanno trovato un modo di far mutare la forma della pasta durante la cottura, trasformandola e facendola diventare 3D quando cuoce.
Da tagliatelle piatte a lunghe spirali, da noiosi quadratini piatti a conchiglie: ancora una volta, la scienza sembra magia e trova un modo di rendere il cibo non solo “divertente”, ma anche più pratico. Alcuni ricercatori della Carnegie Mellon University, in Pennsylvania, ha pubblicato un articolo scientifico con cui dimostra come sia riuscita a trasformare la pasta dopo circa 5 – 13 minuti di cottura. Gli scienziati hanno riportato l’intero processo, svelando anche il come mai avvenga.
Il “trucco” non sta negli ingredienti, si tratta di pasta fatta di farina di semola e acqua. Il motivo per cui da piatta diventa in 3D è dato dalla forma: le macchine che hanno realizzato la pasta, l’hanno marchiata con piccoli solchi. Quelle scanalature reagiscono con l’acqua di cottura e trasformano il modello piatto in una forma più complessa.
L’utilità della pasta 3D? Pensate a quanto imballaggio verrebbe risparmiato con una pasta piatta: i ricercatori hanno confermato di aver pensato proprio a questo, ovvero volevano dimostrare che diversi approcci potrebbero migliorare l’efficienza di alcuni processi di produzione alimentare e facilitare il confezionamento sostenibile degli alimenti. Inoltre, una pasta più comoda da trasportare, può essere trasportata anche in luoghi in cui lo spazio è prezioso, compresi i siti di disastri o persino nelle stazioni spaziali.
A ispirare gli scienziati per questo tipo di pasta, son stati i noodles e i mobili IKEA: “Siamo stati ispirati dai mobili piatti e dal modo in cui fanno risparmiare spazio, rendono più facile lo stoccaggio e riducono la quantità di carbonio associata al trasporto“, ha affermato il ricercatore Lining Yao.
[ Fonte: The New York Times ]