Pasta: ecco perché la guerra tra Russia e Ucraina non farà aumentare i prezzi

La guerra tra Ucraina e Russia non dovrebbe mettere a rischio il prezzo della pasta italiana: ecco il motivo.

Pasta: ecco perché la guerra tra Russia e Ucraina non farà aumentare i prezzi

Senza ombra di dubbio negli ultimi giorni avrete letto che, tra le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina, ci sono gli aumenti record di grano, mais e altri cereali, che verosimilmente si riflettono sulla lavorazione di prodotti derivati come, per esempio, la birra. Ebbene, potrà consolarvi sapere che invece il prezzo (e la produzione) della pasta italiana non è e non sarà minacciata eccessivamente dall’imperversare del conflitto.

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Stando ai dati redatti dall’Unione Italiana Food, infatti, Ucraina e Russia hanno un peso estremamente marginale rispetto al fabbisogno di grano duro, che per l’appunto è la materia prima della pasta. Dall’Ucraina, ad esempio, non ne è stato affatto importato per l’intera durata del 2021, mentre quello russo rappresenta appena il 3% delle importazioni complessive. Questi dati non sono confondere con la produzione di grano tenero, utilizzata nel pane, dolci, pizza e mangimi per animali: in questi casi allora ecco che i due Paesi assumono i connotati di grandi produttori su scala mondiale.

In ogni caso, nonostante il prezzo del grano duro sia stabile da qualche settimana, viene da un aumento dell’80% negli ultimi 12 mesi per l’effetto dei cambiamenti climatici e di rincari a costi di energia, petrolio e materiali da imballaggio. “In un’economia globale le oscillazioni di una commodity trascinano inevitabilmente le altre” chiarisce inoltre Luigi Cristiano Laurenza, segretario dei Pastai Italiani “per questo non possiamo escludere che il conflitto possa avere effetti indiretti anche sulla pasta”.