Il settore dei dolci e della pasta italiana è sempre più sostenibile: secondo l’ultimo rapporto elaborato dall’Unione Italiana Food, infatti, nel lasso di tempo compreso tra il 2013 e il 2019 le aziende della filiera hanno risparmiato 69 milioni di kg di CO2 e 270 mila metri cubi di acqua.
Sono state prese in esame 36 stabilimenti appartenenti a 10 delle principali aziende del Bel Paese, e i dati estrapolati sono stati rapportati a sei indicatori ambientali: dispendio di energia e acqua, quantità di rifiuti, emissioni di CO2, sottoprodotti e produzione complessiva, rivelando un miglioramento trasversale in tutti i settori. Più precisamente, prodotti da forno e da ricorrenza come il Pandoro o il Panettone hanno ridotto del 42,7% le emissioni di CO2, mentre il settore del caco e del cioccolato utilizza il 100% di energia rinnovabile. Il merito, oltre a una ritrovata sensibilità, va anche alle numerose innovazioni in campo tecnologico che hanno ridotto i consumi e migliorato l’efficienza.
Dati rassicuranti che provengono da un settore che, purtroppo, tende ad avere un impatto piuttosto negativo sul nostro pianeta. “La sostenibilità, insieme a qualità e sicurezza, è uno dei fattori di competitività del nostro sistema alimentare”, ha spiegato il direttore generale di Unione Italiana Food, Mario Piccialuti, evidenziando come il rapporto non sia “una promessa, ma un fatto”.