Il Consiglio d’Europa ha voluto mettere i puntini sulle “i” per quanto riguarda i pass vaccinali: ci vuole prudenza e non si dovrà discriminare una parte della popolazione sulla base della salute.
C’è già chi lo guarda con diffidenza, chi non lo vorrà mai fare, chi invece non sta aspettando altro: è il “Digital Green Pass” e qua vi abbiamo già elencato tutto quello che c’è da sapere sul “passaporto vaccinale” (per vaccinati e non). Ma è la stessa Marija Pejcinovic Buric, segretario generale del Consiglio d’Europa, che invita ulteriormente alla prudenza, dopo che è stato confermato che il certificato consentirà i viaggi con vaccino o test negativo: “gli Stati devono essere prudenti nell’introdurre i certificati Covid, o documenti simili, perché queste soluzioni possono finire per discriminare una parte della popolazione e violare la privacy dei cittadini“.
L’invito alla prudenza viene direttamente durante l’assemblea parlamentare dell’organizzazione, che ha ricordato che ci sono delle regole che gli Stati devono rispettare quando usano i dati sulla salute degli individui. “Trattare diversamente le persone basandosi sul loro stato di salute può essere discriminatorio“, ha sottolineato Pejcinovic Buric. “L’introduzione di un documento che permetta a chi è vaccinato di entrare in un ristorante, andare al cinema, accedere a certi servizi, o avere certi diritti, diventa problematica se chi non può essere vaccinato o non ha ancora potuto esserlo viene escluso“, ha spiegato.
“Inoltre nel creare un ‘pass’ vaccinale si devono prendere in considerazione i diritti alla privacy e la protezione dei dati“, ha aggiunto Pejcinovic Buric. Infatti, uno dei problemi che potrebbero insorgere a fronte della richiesta del pass vaccinale è legato alla richiesta di dichiarare se si è avuto o meno il Covid. “Questa – spiegano al Consiglio d’Europa -, è un’informazione concernente la salute e che quindi gode di protezioni particolari“.
[ Fonte: ANSA ]