Quella che a tutti gli effetti avrebbe dovuto essere una Pasqua di ripresa, dopo le difficoltà degli ultimi due anni, è invece rimasta frenata dai numerosi rincari alle bollette dell’energia, dall’inflazione e infine dalla guerra e dalle sue conseguenze. Conseguenze che, chiaramente, hanno anche scosso i prezzi dei beni alimentari, al punto da far lievitare la spesa complessiva per i pasti delle festività a 1,2 miliardi di euro.
È quanto emerge da una ricerca redatta da Cia-Agricoltori Italiani, che sottolinea come, di fatto, lo scontrino del 2022 sarà del 10% più salato rispetto all’anno precedente soprattutto a causa degli aumenti ai prezzi dei prodotti e ingredienti tipici del periodo pasquale. Eh sì, perché alla fine alla tradizione non si rinuncia: Cia evidenzia come nell’80% dei casi i piatti del territorio per le feste partano dalla carne di agnello, con una stima complessiva dei consumi che si aggira sui 4,5 milioni di chili (equivalenti al 40% del consumo annuo totale di carne ovina).
Trionfo anche per i cosiddetti dolci “fai da te” come pastiera o torta pasqualina, nonostante questi costino il 4% in più rispetto all’anno scorso. Nemmeno chi proverà a mettersi ai fornelli per tentare di smarcarsi dai rincari è del tutto al sicuro: l’organizzazione agricola segnala infatti rialzi anche per la farina e per il burro, ingredienti essenziali, che registrano rispettivamente un +10% e +17% su base annua.