Si preannuncia una Pasqua sempre più verde: la tendenza di richiesta di carne d’agnello, infatti, è crollata del 40% su base annua confermando la flessione degli ultimi anni. Si calcola, infatti, che dal 2010 al 2016 la richiesta fosse già scesa complessivamente del 50%, mentre dal 2016 a oggi il calo è continuato con una media del 35%, più contenuta ma comunque notevole.
Le stime sull’andamento dell’anno corrente, a tre settimane dal grande appuntamento con la griglia, rimangono per l’appunto stime: il trend potrebbe subire ancora scossoni visti i prezzi della qualità in questione, che al momento si attestano intorno ai 22/25 euro per le parti più pregiate; ma nel complesso si conferma un allontanamento dalla carne di agnello.
“Lo scorso anno in Italia sono stati uccisi circa 2 milioni di agnelli di cui 300.000 nel periodo pasquale” si legge in una nota redatta dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA. “Ovviamente parliamo di capi macellati e non allevati in quanto ogni anno in Italia vengono importati 750.000 agnelli i quali non dimentichiamolo prima di essere uccisi devono sottoporsi a viaggi massacranti che durano fino a 32 ore.”