A Pasqua 2020 la parola d’ordine sarà ancora uova, ma non quelle di cioccolato che purtroppo registrano un calo del 35%. Volano, invece, le uova tradizionali con un aumento delle vendite del 45%. I dati emergono da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Iri relativi all’ultima settimana rilevata dell’emergenza Coronavirus.
L’incremento non è anomalo, bensì è determinato dal ritorno degli italiani in cucina costretti a rimanere a casa (ora fino al 13 aprile). Con l’esigenza di passare il tempo fra le mura domestiche si è tornati a preparare dolci, pane e pasta fatta in casa, dove le uova sono spesso un ingrediente fondamentale, secondo una tradizione che appassiona oggi quasi una famiglia su tre (32%) secondo l’indagine Coldiretti Ixè.
“Una tradizione, quella delle uova “naturali”, che – sottolinea la Coldiretti – resiste nel tempo con piatti come “vovi e sparasi” in Veneto, torta pasqualina in Liguria, la pastiera in Campania e la scarcedda in Basilicata durante questo periodo pasquale”.
“L’usanza di considerare l’uovo come simbolo di rinascita e buon augurio si fa risalire in Occidente al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata e per festeggiarlo – ricorda l’organizzazione agricola– il capo dell’Abbazia di St. Germain des Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse un gran numero di uova che furono poi dipinte e distribuite al popolo. Un’usanza tramandata dai persiani che, già cinquemila anni fa, festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio delle uova “portabene” contro pestilenze e carestie secondo un rito che resiste ancora ai giorni nostri”.