Sarà una Pasqua diversa per tutti quella che ci si appresta ad affrontare, e per gli allevatori ovicaprini sarà particolarmente difficile: è proprio questo il periodo dell’anno migliore per loro in termini di vendite, grazie soprattutto alla ristorazione che porta in tavola piatti a base di carne di agnello e capretto.
Con la chiusura di ristoranti, enoteche, mercati e agriturismo sarà difficile piazzare la grande quantità di carne che il mercato ha già pronta. In questi giorni – si legge nel comunicato stampa di Confagricoltura – dovrebbero fioccare gli ordinativi per le carni di agnello e capretto con il 90% di nascite e crescite programmate proprio per il periodo pasquale.
In Italia – continua il comunicato – si contano 2,8 milioni di ovini e 150mila di caprini allevati. Il momento difficile in cui ci troviamo si deve superare anche mantenendo vive le tradizioni e preferendo il made in Italy. In questi giorni – chiede l’associazione di categoria – cruciali sarebbe opportuno che il ministero delle Politiche agricole prevedesse lo stanziamento di risorse per la realizzazione di un’immediata campagna promozionale, rivolta in particolare al canale della GDO e finalizzata a incentivare il consumo dell’agnello IGP.
L’associazione chiede interventi su scala nazionale ma anche internazionale, magari con la pubblicazione di bandi per l’acquisto di carne di agnello e capretto da distribuire agli indigenti. Anche perché “le vendite sono ferme ma la produzione continua, così come i costi. Gli animali non si possono fermare, vanno nutriti e continuano a fare latte, e questo porta ad un esubero di prodotti”, fanno sapere da Confagricoltura.