Un nome che è tutto un programma – il trimestre anti inflazione, l’avrete certamente già intuito, è un’iniziativa dalla durata trimestrale (dal primo di ottobre al 31 di dicembre, a essere precisi; con il delicatissimo periodo natalizio dovutamente compreso) che coinvolge prodotti alimentari e non di largo consumo, così come quelli per l’infanzia e la cura della persona, garantendo dei prezzi calmierati negli esercizi aderenti. Esercizi, che come vedremo più avanti, comprendono soprattutto firme della grande distribuzione.
L’iniziativa, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, segue di fatto la scia di una idea analoga vista negli scorsi mesi in quel d’Oltralpe; e non manca purtroppo di alcune zone d’ombra che non possiamo che far notare: che succede, ad esempio, alla ormai proverbiale piccola bottega, quando il colosso della GDO si trova a offrire sconti con cui non può sperare di competere?
Il trimestre anti inflazione: due campionati diversi
A rendere la questione quel tanto più pruriginosa è il fatto che il Governo attuale si è in più occasioni riempito la bocca di belle parole di vento come “tutelare la piccola impresa”, per l’appunto – ma a giochi fatti, e dando uno sguardo alla lista degli aderenti al cosiddetto trimestre anti inflazione, non può che sorgerci il dubbio: che la retorica non si riveli altro che retorica?
Ma torniamo a noi – sono trentadue le associazioni che aderiscono al trimestre anti inflazione, da Coop a Farmacie Unite, da Confcommercio a Confinprese; e poi ancora diciassette associazioni rappresentative dell’industria alimentare, tutte dovutamente riportate in un elenco che le raccoglie per regione e per provincia in modo tale da capire dove potere acquistare i prodotti dal prezzo calmierato.
Come abbiamo accennato nelle righe precedenti, è sufficiente un’occhiata – anche distratta – all’elenco dei partecipanti per notare la prevalenza di marchi appartenenti al circuito della grande distribuzione organizzata. Saranno oltre le porte automatizzate della Coop, della Despar o del Crai, in altre parole, che i consumatori troveranno il bollino con il logo di un carrello tricolore, simbolo del prezzo calmierato.
Di nuovo la domanda che ci sorge spontanea riguarda il futuro della proverbiale piccola bottega, che si troverebbe a dovere competere con una politica di prezzi spietata (seppur, beninteso, introdotta come forma di tutela per il consumatore finale) che vede come vincitore obbligato la GDO. Due campionati diversi, in altre parole: nel trimestre anti inflazione ci sarà chi può e chi non può, un po’ in tutti i sensi.
È per di più bene notare che, stando a quanto lasciato trapelare, non è stato redatto uno specifico elenco di prodotti coinvolti, né una forbice obbligatoria entro la quale fare rientrare l’importo scontato. Il futuro, in altre parole, è (ancora) piuttosto fumoso: staremo a vedere se del trimestre anti inflazione non rimarrà che il ricordo sbiadito di un bollino verde, bianco e rosso.