Negli Stati Uniti il Parmigiano potrebbe costare il doppio. Tutta colpa dei dazi di Donald Trump. Nei giorni scorsi era saltata fuori la notizia che il governo Trump aveva deciso di ampliare il raggio d’azione dei dazi anche a parecchi prodotti tipici europei, fra cui anche il Parmigiano Reggiano. A dare l’allarme, adesso, ci pensa Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano: se i dazi diventeranno realtà, l’aumento dei prezzi potrebbe essere anche del +100%. E la cosa rischierebbe di danneggiare seriamente il mercato export del Parmigiano, colpendo fra l’altro anche i consumatori statunitensi.
Si parla di nuovi dazi per un valore di ulteriori 4 miliardi di euro su prodotti europei (oltre al Parmigiano nel mirino ci sono finiti anche provolone, pasta, prosciutto, olive e whiskey irlandese.), proposta avanzata da United States Trade Representative (USTR). Tutta colpa dei sussidi forniti dai governi europei al colosso dell’aviazione Airbus (peccato che anche gli Stati Uniti, dal canto loro, abbiano fornito sostegno economico a Boeing, il loro colosso dell’aviazione e ci sia un procedimento legale anche in tal senso).
Secondo Bertinelli, non solo gli esportatori nostrani e i consumatori americani avrebbero delle notevoli ripercussioni. Guai ci sarebbero anche per gli operatori commerciali degli USA. Nel 2018 sono state circa 10mila le tonnellate di Parmigiano Reggiano esportate negli Stati Uniti, per un valore di produzione di circa 130 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 600 milioni di euro per quanto riguarda i costi di mediazione e distribuzione applicati, a loro volta, proprio dagli operatore USA. Applicare i dazi potrebbe rivelarsi notevolmente controproducente anche per le imprese americane che verrebbero così private di questi milioni di valore aggiunto.