Dallo sciopero della fame alla politica: Paolo Polli, il ristoratore milanese che ha portato avanti la protesta della categoria durante gli ultimi mesi, si candida come sindaco alla guida della città di Milano.
Polli era salito alle cronache dopo che aveva iniziato il 6 maggio una protesta pacifica, a seguito delle multe elargite dalla Digos agli imprenditori presenti alla “manifestazione delle sedie”. Aveva poi fatto 45 giorni di sciopero della fame, accampato all’Arco della Pace sotto la pioggia e – bisogna dirlo – anche sotto i riflettori, segno che aveva tutto sommato raggiunto l’obiettivo di far luce sul problema.
Da allora, era diventato famoso “come Brad Pitt”, come ci aveva lui stesso raccontato in un’intervista. Chiedeva più garanzie e più tutele per la categoria dei ristoratori, duramente colpita dalla crisi del Coronavirus e dai due mesi di lockdown.
Proteste che talvolta sfociavano in posizioni difficilmente difendibili, come quando proponeva lo sciopero fiscale della categoria. Ora, evidentemente non soddisfatto delle risposte ricevute, Polli applica l’antico principio del chi fa da sé fa per tre, e si candida a sindaco di Milano.
La sua sarà una lista civica, con cui si proporrà alla guida del capoluogo lombardo dopo la delusione nei confronti di una “politica che si è dimostrata sorda nei confronti delle problematiche avanzate dagli imprenditori, lontana dal paese reale”.
[Fonte: Ansa]