Il sito del Giornale di Brescia ha pubblicato questa foto scattata stamattina alle 7:30 davanti alla Pasticceria Veneto di Brescia. Sì, esatto, la pasticceria di Iginio Massari.
“La prima signora è arrivata alle 5.40, in giro c’erano solo la nebbia e le lucine di Natale appese ai balconi. La coda ha iniziato a formarsi poco alla volta, fino a quando, attorno alle 7.30, c’erano un centinaio di persone in attesa“.
Fenomeno che va avanti da giorni, e che vi avevamo anticipato dopo una notte trascorsa nel laboratorio del “Più Grande Pasticciere” per darvi la ricetta del suo panettone “esuberante, voluttuoso, colorato di giallo da sembrare dipinto, con una glassa all’amaretto che è pura avanguardia e la frutta frutta, non quella conservata con l’anidride solforosa” (è la nostra sobria definizione) che costa 32 euro al chilo.
Perché i clienti (o seguaci del pasticciere, per continuare il gioco delle definizioni) arrivano con tanto anticipo?
Perché il rischio di restare a bocca asciutta è alto, i pezzi disponibili ogni giorno sono 500, non uno di più, e l’inopinata chiusura già il 3 Dicembre scorso del negozio online di Iginio Massari, incapace di soddisfare tutte le richieste (“Non siamo un’industria, non è stato possibile organizzarsi in tempo”) ha spaventato molti.
Inoltre anche nella pasticceria di via Salvo d’Acquisto a Brescia non si accettano prenotazioni. Stessa cosa per pandori e bossolà, tipico dolce natalizio del Veneto, acquistabili soltanto dal primo pomeriggio.
Qualche ora fa abbiamo pubblicato la foto nella nostra pagina Facebook, questi sono alcuni commenti lasciati dai lettori, cosa ne pensate?
— Immagino siano gli stessi che criticano la generazione di oggi che sta in fila per l’iPhone. Poveri noi!
— Non è la qualità che ti fa vendere il prodotto, è il marketing che te lo vende.
— L’ho mangiato e devo dire che è davvero eccezionale ma, non esiste prodotto per cui farei file interminabili piuttosto, come ho fatto, lo mangio a Novembre.
— Italioti che seguono fedelmente i blogghettari, senza capacità critica.
— Che poi non lo distinguerebbero da quello della Conad.
[Crediti | Link: Giornale di Brescia, Dissapore]