Al Governo piace cambiare… No, scusate, era alle “scale piace cambiare”. Comunque sia, sembra che non ci sarà nessun azzeramento dell’IVA su beni di prima necessità come pane, latte e pasta nella prossima legge di Bilancio. Non che sarebbe servito a molto per le tasche degli italiani, visto che avrebbe comportato un “lussuosissimo” risparmio di neanche 30 euro all’anno per una famiglia.
IVA sì o IVA no su pane, latte e pasta?
Se ricordate, solo ieri si vociferava che, per aiutare le fasce più deboli della popolazione, il Governo fosse intenzionato a togliere per un anno l’IVA su pane, pasta e latte. Le associazioni dei consumatori avevano subito fatto notare come questo provvedimento fosse solo una misura di facciata visto che non avrebbe fatto risparmiare poi molto le famiglie (diverso il caso, non preso però in considerazione, nel quale l’IVA fosse stata tolta a gas e luce).
Tuttavia le associazioni dei consumatori possono stare tranquille: pare che il Governo ci abbia ripensato e che l’IVA su pane, pasta e latte rimarrà lì dove sta. In realtà sono tanti i provvedimenti sbandierati dal governo Meloni che stanno scomparendo nel nulla uno dopo l’altro. Togliere l’IVA su pane, latte e pasta è solo l’ultimo.
Prima, intatti, era saltato lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero: Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, aveva detto che non si poteva fare, non sarebbero mai tornati i conti.
Tornando alla questione di pane, latte e pasta, fino a ieri per Giorgio Mulé era quasi sicuro che l’azzeramento dell’IVA sarebbe stato presente in manovra (e questo nonostante già adesso pane e latte abbiano l’IVA agevolata al 4%). Tuttavia il Mef, mentre sta scrivendo la legge di Bilancio, ha fatto sapere che in manovra non è previsto un bel niente sui beni di prima necessità.
E questo perché una cosa del genere costerebbe allo Stato mezzo miliardo di euro a fronte di un risparmio ridicolo da parte delle famiglie. Giorgetti ha poi avvisato tutti: se Bruxelles dovese dare il via libera all’azzeramento dell’IVA, ecco che altre misure a sostegno delle famiglie dovrebbero saltare per compensare il mancato gettito.
Ma il governo è ancora in alto mare anche per quanto riguarda altre questioni, come le pensioni. Forza Italia vuole aumentare le minime, mentre la Lega propone un sistema a quote che consentirebbe di andare in pensione a 62 anni dopo 41 anni di contributi. Tuttavia il Mef è stato categorico: si potrà scegliere solo una delle due opzioni perché le pensioni costano troppo.
Pare sparita anche nel nulla la flat tax incrementale, mentre il taglio della tassazione in busta paga del 3% per i redditi inferiori a 20mila euro desta alcune perplessità nella maggioranza: per Matteo Salvini bisogna capire prima dove trovare i fondi per coprire questo divario.