Torniamo a Palermo perché qui la storica gelateria Al Gelatone di via Autonomia Siciliana ha annunciato che è costretta a chiudere con due mesi d’anticipo la stagione a causa delle bollette troppo care.
Peppe Cuti, il titolare della gelateria, ha spiegato che per via delle bollette quadruplicate e del costo delle materie prime, si è trovato costretto a chiudere prima. Riaprirà a marzo 2023, ma avverte: se la situazione non cambierà, vuol dire che quando riaprirà i battenti il prossimo anno, una brioche costerà 6 euro.
Questo sarà l’ultimo weekend nel quale Al Gelatone rimarrà aperto: da lunedì serrande abbassate fino al 1 marzo. Il fatto è che le bollette sono troppo care: a luglio ha pagato una bolletta da 6mila euro, ad agosto una di 7.500 euro. E sottolinea che questi sono costi insostenibili per un imprenditore (non è l’unico ad aver sollevato queste problematiche).
Ma non sono solo le bollette il problema: anche l’aumento dei prezzi delle materie prime ha inciso sulla sua decisione. Da quando ha riaperto la stagione ad oggi, i prodotti indispensabili per produrre il gelato come il latte, lo zucchero o la panna sono aumentati di prezzo di cinque volte. Come molti altri produttore, acquistava grosse quantità di latte fresco all’ingrosso con prezzo bloccato a 75 centesimi. Ma adesso il latte gli costa 1,20 euro: lui non ha aumentato i prezzi dei suoi gelati, quindi è evidente che non può continuare a lavorare in perdita.
Il problema è che anche i suoi quattro dipendenti, tutti con regolare contratto, dovranno stare a casa e andranno in disoccupazione. Cuti spiega che non se l’è sentita di aumentare i prezzi a fine stagione, anche considerando che a Palermo l’inverno arriva tardi e il gelato viene venduto fino a dicembre. Se quando riaprirà la situazione non sarà cambiata, anche lui sarà obbligato a raddoppiare il costo dei prodotti: una brioche non potrà più costare solo 3 euro, ma dovrà costarne 6.
Con i prezzi raggiunti dall’elettricità e con quelli delle materie prime, continuare a rimanere aperti vuol dire, forse, riuscire a pagare le spese, ma a non guadagnare nulla. Cuti si ritiene fortunato di avere un’attività stagionale: se fosse costretto a rimanere aperto tutto l’anno a queste condizioni, sarebbe finito sul lastrico. E conclude ribadendo che non è logico che si debbano fare debiti per pagare i costi ordinari di gestione delle aziende.
Questo il post su Facebook dove la gelateria ha dato l’annuncio della chiusura anticipata:
https://www.facebook.com/algelatone/posts/pfbid0yhfeaMcKfDo9zUjMrvmc3ErTymx35EMbYefeqPMQ2g4JcZKoBL2Axt9JidfePyxml