Succede a Palermo: una folla di persone si presenta davanti a un bar pronto a vendere le sfince di San Giuseppe. Un vicino li nota e chiama la polizia denunciando l’assembramento. La questione, però, potrebbe essere un po’ più complessa di come appare. Questo perché le persone in fila davanti al bar erano i rider che si accingevano a portarle a domicilio.
Tutto è successo in via Gabriele D’annunzio. Diversi rider che lavorano per Social Food hanno parcheggiato i loro motorini e si sono messi in fila per ricevere le sfince da consegnare, mantenendo la distanza di 1 metro prevista dalla legge (più o meno). Solo che un residente ha notato quella fila anomala e ha subito chiamato la polizia per controllare cosa stesse succedendo.
Come dicevamo, la questione ha più sfumature da considerare. Se la consegna a domicilio è consentita, ovviamente i rider devono poter ricevere le merci da consegnare, sempre garantendo la distanza interpersonale.
Quello che potrebbe far discutere è il tipo di cibo consegnato: le sfince di San Giuseppe possono essere considerate bene essenziale da vendere? Se in città come Roma hanno vietato la vendita della pizza con la mozzarella per cercare di limitare gli assembramenti per i cibi non prioritari, come si possono classificare le sfince? E che dire della Campania dove hanno detto basta alla vendita delle zeppole in molti forni?