Il Pakistan ha un serio problema con il tè. Il governo, infatti, si è visto costretto a chiedere ai suoi cittadini di bere meno tè in quanto le alte tasse di importazione stanno incidendo gravemente sull’economia del paese.
Secondo il primo ministro Ahsan Iqbal è necessario tagliare le tasse di importazione: sono troppo elevate e stanno contribuendo a ridurre le riserve di valuta estera del paese.
Il fatto è che il Pakistan è il più grande importatore mondiale di tè: l’anno scorso il mercato ha raggiunto un valore di 600 milioni di dollari. Iqbal si è visto così costretto a chiedere ai suoi concittadini di ridurre il consumo di tè, bevendone 1-2 tazze in meno. Inoltre, sempre nell’ottica di risparmiare, le bancarelle del mercato potrebbero chiudere i battenti alle 20.30 per risparmiare elettricità.
Le riserve di valuta estera del Paksistan stanno scendendo drasticamente (a febbraio erano a 16 miliardi di dollari, mentre a giugno sono scese a 10 miliardi di dollari), motivo per cui il governo viene pressato da più parti affinché tagli gli alti costi di importazione. Con i fondi rimasti praticamente il Pakistan può coprire i costi di soli altri due mesi per tutte le sue importazioni.
E il tè non è certo l’unico prodotto ad essere stato preso di mira dal governo: a maggio i funzionari di Islamabad avevano limitato le importazioni di dozzine di articoli di lusso non essenziali.
Ricordiamo, poi, che, sempre in Pakistan, la produzione di mango è crollata del 50% a causa del caldo anomalo di questo periodo.