Niente aperitivo e serata allo Shilling, discopub di Ostia, per tre ragazze di 22 anni, fermate di fatto all’entrata dal buttafuori del locale. Il motivo? Non hanno “i requisiti fisici“. Il che potrebbe far pensare che magari il locale in questione fosse una copertura per un torneo all’ultimo sangue di arti marziali miste, e il buon buttafuori, che evidentemente aveva a cuore lo stato di salute delle tre povere ragazze, ha deciso di risparmiare loro lo spettacolo. La realtà, ovviamente, è diversa, ed è declinata in maniera ben più viscida e agghiacciante.
Eh sì, perché per quanto possiamo sforzarci di inventare storielle, “requisiti fisici” in questo caso indica in maniera inequivocabile una cosa soltanto. Ma andiamo con ordine: ricevuto il divieto d’entrata, le ragazze hanno chiesto spiegazioni. Forse il buttafuori, ligio al dovere, pensava che non fossero maggiorenni? No, come accennato in apertura, tutte e tre avevano 22 anni. Magari invece intendeva che non sono abbastanza alte, manco si trattasse dell’entrata di una giostra di Gardaland? No, manco quello, di Blue Tornado e Oblivion qui non c’è manco l’ombra. Il dress code, allora? Assolutamente no, tacchi e jeans e camicetta è un look più che presentabile. “Abbiamo chiesto se per entrare bisognasse essere più scollate” racconta una delle tre “e lì sia l’addetto alla sicurezza che il gestore intervenuto in difesa del buttafuori hanno annuito, anche sorridendo”. L’avevamo detto, no? Agghiacciante.
Le ragazze si sono dunque rivolte a una pattuglia della Polizia che, non potendo intervenire direttamente, ha consigliato loro di formalizzare la denuncia nei giorni a venire. “Così sono ritornata a parlare con il gestore pretendendo le sue scuse che alla fine sono arrivate ma tra una serie di battute poco felici” ha aggiunto la ragazza. “Per noi la questione è finita così”. Il gestore del locale, dal canto suo, canta la sua innocenza: “Mi sembra sia stato più un gesto di maleducazione da parte dello steward” ha commentato. “Se quelle cose che ha detto corrispondono al vero fanno vergognare e indignare anche me”.