Orecchiette a Bari: arrivano le regole del Comune, si cambia radicalmente

Novità dal Comune sull'orecchiette-gate: ecco le nuove norme per le pastaie baresi

Orecchiette a Bari: arrivano le regole del Comune, si cambia radicalmente

Nuovi sviluppi sull’orecchiette-gate, iniziato la scorsa estate con diverse segnalazioni sul web. L’accusa, più o meno indiretta, rivolta alle pastaie di Bari vecchia, era quella di truffare i turisti vendendo prodotti industriali spacciandoli per artigianali. A questa polemica si era poi aggiunta la questione regolarizzazione: il lavoro delle “sfogline” pugliesi è fulcro della tradizione locale, ma è del tutto privo di normative. O almeno lo era fino a qualche giorno fa.

Lo stato dei lavori

Orecchiette 2

Le tanto discusse norme per l’espletamento della professione sono infatti arrivate in questi ultimi giorni dal Comune di Bari. Erano state le stesse lavoratrici a sollecitarle: “Dateci disposizioni, noi siamo pronti ad accoglierle perché vogliamo lavorare in maniera serena”, aveva detto Nunzia, portavoce delle signore orecchiette. Sembra, in effetti, che i lavori per la regolamentazione della loro figura stiano procedendo in sintonia fra l’amministrazione e le dirette interessate, che hanno contribuito ad esempio a creare una mappatura delle cittadine che producono pasta fresca in casa per la vendita diretta.

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Per favorire il confronto e comunicare le nuove linee guida, a inizio settimana si è svolto un incontro presso la Sala Odegitria della cattedrale cittadina, presieduto da rappresentanti del Comune, dell’ASL e di varie associazioni ed enti coinvolti. In particolar modo, a fare da direttore d’orchestra è stato Pietro Petruzzelli, assessore comunale allo sviluppo locale, che commenta: “Faremo tutto il possibile per continuare a valorizzare le tipicità enogastronomiche del nostro territorio e salvaguardare le nostre tradizioni culturali e culinarie, garantendo, allo stesso tempo, la tutela degli aspetti igienico-sanitari“.

Le nuove norme

Il processo di emersione avanza, quindi. In altre parole, un lavoro che è sempre stato portato avanti in nero, ma tollerato perché rappresentativo della tradizione locale e magnete per i flussi turistici, viene finalmente regolarizzato. Il resto vien da sé. Le pastaie diventeranno delle vere e proprie OSA (operatrici del Settore Alimentare), con tutto ciò che ne consegue: dichiarazione dell’impresa domestica con relativa SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), implementazione e rispetto delle norme igienico-sanitarie relative ai locali e al personale, gestione dei rifiuti – il tutto gestito tramite un sistema di autocontrollo semplificato secondo il protocollo HACCP.

L’altra grande novità è che non sarà più possibile preparare la pasta fresca all’esterno, dove si potrà solo realizzare a scopo dimostrativo, ma non di vendita. L’obiettivo, riassume sempre Petruzzelli, è quello di “coniugare la tutela e la promozione di un prodotto simbolo della nostra tradizione gastronomica e della nostra stessa identità con il rispetto delle regole”.