Ordinare la pizza a Londra dalla Nigeria, lo strano caso della British Airways

Ordinare la pizza a Londra dalla Nigeria, lo strano caso della British Airways

Sta accadendo una cosa curiosa: i ricchi nigeriani hanno preso l’abitudine di ordinare la piazza a Londra e di farsela recapitare in Nigeria sfruttando la British Airways. E’ la moda del momento, che sta spopolando fra i nigeriani più facoltosi. Con lo smartphone ordinano la pizza a Londra, la fanno imbarcare sugli aerei della British Airways e in 6 ore e 43 minuti possono ritirarla in aeroporto. Considerando che ora è possibile ordinare quasi qualsiasi cosa all’estero e farsela arrivare via aereo, la notizia non dovrebbe suscitare molto scalpore. Il governo nigeriano non l’ha presa bene: questa abitudine crea un problema enorme, tale che si è deciso di ridurre, per quanto possibile, la curiosa iniziativa.

Perché importare la pizza da Londra è un problema?

Il ministro dell’Agricoltura nigeriano Audu Pgbeh ha spiegato che il governo sta varando piani per ridurre le importazioni, in modo da evitare che i cittadini nigeriani comprino ogni genere di bene dagli altri Paesi. Il problema è che per i nigeriani acquistare cibo, oggetti o vestiti dall’estero sta diventando una sorta di status symbol: un trend per eletti, che sta danneggiando l’economia della Nigeria: i costi delle importazioni sono parecchio alti e vanno a pesare sull’intera economia della nazione.

Il ministro fa un esempio semplice: ogni anno alla Nigeria costa 400 milioni di dollari importare il concentrato di pomodoro, quando una terrina di pomodori costa meno di 2000 naira nigeriane, equivalenti a circa 4 euro. In questo modo gli agricoltori stanno perdendo costantemente soldi. E ancora: ogni anno alla Nigeria costano 18 milioni di dollari le importazioni di stuzzicadenti.

Quindi il problema non è tanto la scelta di ordinare della pizza a Londra o di farla trasportare dalla British Airways (che poi, chissà di cosa sa una pizza, una pizza di Londra per giunta, dopo più di 6 ore di viaggio), quanto il fatto di cercare di ridurre le importazioni dall’estero, fattore che contribuisce a destabilizzare l’economia di un paese dove su 190 milioni di abitanti, 115 milioni vivono in povertà e 86 milioni in povertà estrema. E dove i pochi abitanti facoltosi finiscono con il pesare ulteriormente sull’economia pubblica per soddisfare i loro capricci.

[Crediti | Repubblica.it]