Le difficoltà determinate dalla morsa della siccità e dalle tensioni internazionali determinate dallo scoppio della guerra in Ucraina non bastano a fermare l’export di olio d’oliva: secondo il report redatto dalla Coldiretti e diffuso in occasione della partenza della raccolta in tutta Italia, infatti, le esportazioni nei primi sei mesi dell’anno in corso hanno messo a segno un balzo del 23%; con il 62% delle vendite complessive che di fatto viene realizzato negli Stati Uniti, principale area di export, seguita da Germania, Francia, Giappone e Canada.
Basti pensare, a tal proposito, che il mercato a stelle e strisce è a sua volta cresciuto del 20% in valore; mentre quello del vicino Canada addirittura del 40%. Rimanendo nel contesto del Vecchio Continente, invece, i maggiori appassionati di olio italiano sono i tedeschi (+22% degli acquisti); anche se di fatto il primo posto della classifica delle crescite maggiori è occupata dalla Francia (+29%. In estremo oriente, infine, il Giappone segna +27% con un valore di 52 milioni di euro nel primo semestre, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
Il nostro caro vecchio Stivale, ricordano Coldiretti e Unaprol, si qualifica come uno dei primi tre maggiori consumatori di extravergine di oliva al mondo con 480 milioni di chili; subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti, e per di più rappresenta il 15% dei consumi complessivi mondiali.