La produzione nazionale di olio si è trovata colpita da una tempesta perfetta: se da un lato la filiera dell’olivicoltura si è infatti trovata a fare i conti con la morsa crudele della siccità, che ha determinato ingenti tagli ai raccolti con cali stimati del 30%; il processo di lavorazione e trasformazione è invece stato travolto alla più recente esplosione dei costi di produzione, determinata dal caro bollette e dalla continua crescita del tasso di inflazione. Un mix di difficoltà che, secondo quanto riportato dall’analisi esclusiva “2022 – La guerra dell’olio Made in Italy”, redatto da Coldiretti e Unaprol, dovrebbe di fatto “cancellare” quasi una bottiglia su tre.
Come anticipato il primo atto del dramma si è consumato nei caldi mesi scorsi, quando la siccità ha messo in forte stress idrico gli uliveti danneggiandone prima la fioritura e poi le gemme, in particolare laddove non è stato possibile intervenire – vuoi per restrizioni economiche, vuoi per semplici difficoltà logistiche – con le irrigazioni di soccorso per dissetare quanto possibile le piante. Alla carenza idrica va poi ad aggiungersi l’esplosione dei costi, aumentati in media del 50% nel caso delle aziende olivicole – tanto che quasi una su dieci (il 9%) si è trovata a lavorare in condizioni di perdita: in questo contesto, riferisce Coldiretti, sarà inevitabile assistere a forti rincari anche sugli scaffali.
“Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori” ha commentato a tal proposito il Presidente di Unaprol, David Granieri. “Dobbiamo proseguire a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, cercando di cambiare anche alcuni parametri che penalizzano i nostri agricoltori già vessati dal cambiamento climatico e dall’aumento sconsiderato dei costi energetici. Il futuro dell’olio italiano passa da questi interventi fondamentali per tutelare un prodotto simbolo del Made in Italy”.