Le conseguenze del caro bollette non interessa solamente la ristorazione in senso lato, ma anche l’intero processo di produzione: basti pensare che, nel caso dell’olio extravergine d’oliva, i costi medi sono aumentati del 12%.
È quanto comunica Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano che, dopo aver elaborati i dati redatti dal Centro Studi Divulga, cerca di richiamare l’attenzione sulla flessione economica che sta attraversando uno dei settori più prestigiosi e importanti del comparto agroalimentare nazionale, che già stima una campagna in salita per l’annata 2021/2022. A incidere ci sono, come al solito, una serie di fattori: dal prezzo del carburante praticamente raddoppiato ai costi dell’energia, fino ai rincari alle materie prime e dei materiali necessari per l’imbottigliamento e confezionamento.
“Il rischio è che questa impennata possa ripercuotersi anche sulle esportazioni” commenta il presidente di Unaprol David Granieri. “Anche perché la situazione incerta causata dalla pandemia sta mettendo in crisi i consumi in canali importanti per i produttori come le catene alberghiere e i ristoranti”.