Che la stagione 2022/2023 sia stata delle più uniche – nel bene ma soprattutto nel male – non dovrebbe certo essere un segreto: una siccità che in Europa non la si vedeva da quasi 500 anni, una guerra che ha paralizzato mezzo mondo, i costi di produzione e le bollette di gas ed energia che levitano verso picchi impensabili… anche in questo clima di pesanti incertezze, tuttavia, è lecito festeggiare il cosiddetto “olio nuovo”: nella mattinata di oggi, martedì 13 settembre, presso la sede di Coldiretti a Palazzo Rospigliosi, sono infatti state spremute in un frantoio le prime olive di quest’anno in una cerimonia che ha visto nascere il primo olio extravergine d’oliva di questa particolarissima fetta di storia.
Un “battesimo” che, di fatto, sancisce per di più l’inizio a livello nazionale della raccolta delle olive in tutta Italia – una raccolta che, stando ai dati presentati dalla stessa Coldiretti in un’analisi esclusiva del settore, si presenta piuttosto magra. Eh sì, perché le difficoltà citate in apertura – la crisi idrica, l’aumento senza precedenti dei costi di produzione e di trasformazione, la folle galoppata del tasso di inflazione; per intenderci – hanno di fatto strozzato la mole produttiva: secondo il rapporto Coldiretti, la sola siccità ha infatti determinato un taglio dei raccolti del 30%; che quando sommato alle difficoltà di natura economica ha addirittura “cancellato” una bottiglia su tre.