Arriva in anticipo, in Italia, la raccolta delle olive, ma la produzione dell’olio extravergine di olive cala del 22%.
È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, Unaprol e Ismea in occasione del via alla raccolta delle olive in Italia con la prima spremitura della Penisola in Sicilia, a Chiaramonte Gulfi (Ragusa), nel Frantoio Cutrera dove è stato presentato il rapporto “L’olio italiano al tempo del Coronavirus”.
Secondo le prime previsioni, la produzione di olio extravergine d’oliva in Italia vede un calo del 22% causato principalmente dalle anomalie climatiche, dal maltempo alla siccità, che hanno colpito soprattutto le regioni del Sud, senza dimenticare gli effetti della Xylella che ha di fatto devastato gran parte degli uliveti del Salento, in Puglia.
Anche se bisognerà fare i conti con il clima, che ha favorito una maturazione precoce delle olive al Sud, e con l’andamento delle piogge e delle temperature nei prossimi mesi, si stima – sottolinea la Coldiretti – una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili rispetto ai 366 milioni di chili della campagna precedente. A pesare è il crollo dei raccolti nelle regioni del Sud – sottolinea Coldiretti –, a partire dalla Puglia, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale, mentre nel Centro Nord i numeri sono un po’ ovunque in netto aumento.
A incidere sulle imprese olivicole italiane è stato anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal 2014. Un trend causato – accusa Coldiretti – dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo.