Si torna a parlare di olio d’oliva extravergine: se già a fine 2022 si paventava un calo della produzione (si parlava della mancanza di 400mila tonnellate almeno per soddisfare il fabbisogno nazionale), ecco che adesso il dato è stato confermato. Un’analisi della Coldiretti basata su dati Ismea e resa nota durante il Villaggio contadino di Cosenza, ha fatto sapere che l’Italia ha perso il 37% della produzione di olio d’oliva. E tutto per colpa della siccità.
La siccità riduce la produzione dell’olio d’oliva
I dati parlano chiaro: durante l’annata 2021-2022 la produzione di olio d’oliva si era attestata sui 329 milioni di chili. Nell’annata 2022-2023, invece, la produzione si è fermata a soli 208 milioni di chili di olio d’oliva.
Secondo Coldiretti il principale responsabile di questo calo va ricercato negli effetti dei cambiamenti climatici (cosa di cui si era già parlato in precedenza, ma che è bene ribadire sempre), con particolare riferimento alla siccità, all’assenza di piogge e al freddo primaverile. Questi eventi hanno danneggiato sia la fioritura che la fase di trasformazione del fiore in frutto (fase nota come allegagione).
La continua siccità con conseguente carenza idrica e le alte temperature estive fuori scala hanno stressato le piante. Inoltre in molte zone non si potevano neanche irrigare le piante in quanto letteralmente pozzi e invasi non avevano acqua da fornire. A questo bisogna poi aggiungere i danni causati dalla Xylella, malattia che ha già ucciso più di 21 milioni di ulivi e che non si riesce a fermare.
Ma non è che solo qui da noi manca l’olio d’oliva. Anche in Spagna si paventa un calo della produzione stimato dal 30 al 50% (l’anno scorso in Spagna erano stati prodotti 1,4 miliardi di chili), così come in Tunisia, dove si prevede una riduzione del 25%. L’unica a mantenere i livelli produttivi dello scorso anno e, anzi, a poterli superare è la Grecia, dove si stima una produzione che supererà i 300 milioni di chili.
Ovviamente tutto ciò andrà ad influenzare direttamente i consumi. Gli italiani, infatti, usano in media 8 kg di olio extravergine d’oliva all’anno, con una spesa media per famiglia di 117 euro all’anno. Ma se la quantità prodotta diminuisce è inevitabile un aumento dei prezzi.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha spiegato che bisogna intervenire subito per salvare questo patrimonio unico del Paese. È necessario rilanciare la produzione nazionale di olio d’oliva, messa a rischio anche dal sistema Nutriscore, un sistema di etichettatura che Prandini considera “fuorviante, discriminatorio e incompleto”.