Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Nature Plants ha spiegato che le alternative vegetali utilizzate al posto dell’olio di palma (fra cui soia e colza) potrebbero essere ancora più dannose per l’ambiente. Un team di ricercatori dell’Università del Queensland in Australia ha cercato di capire quanto potesse influire la produzione di olio di palma e surrogati vari sulle catene di approvvigionamento.
Erik Meijaard, principale autore delo studio, ha sottolineato che quanto viene estratto dal frutto della palma da olio è economico e versatile. Tuttavia la produzione mondiale di tale olio, essendo triplicata dal 1995 al 2015, ha provocato la deforestazione di vaste zone di foresta pluviale in Malesia e Indonesia.
La domanda mondiale di olio vegetale aumenterà del 46% entro il 2050 e potrebbe comportare l’aumento di prodotti come soia e colza. Solo che questi ultimi richiedono più tempo per crescere e quindi necessitano di più spazio: per soddisfare domanda e offerta con l’olio di palma servirebbero 36 milioni di ettari di terreno in più, mentre con la soia necessiterebbero ben 204 milioni di ettari.
I danni ambientali provocati dalle piantagioni della palma da olio giustificano la ricerca di altri oli vegetali più sostenibili. Tuttavia è importante conoscere bene gli eventuali prodotti sostitutivi, altrimenti si rischiano danni ancora più gravi.