Inutili i tentativi di smuovere il giudizio per le selezioni delle Olimpiadi 2021: la runner americana che detiene il record nell’atletica leggera è stata squalificata perché è risultata positiva agli steroidi. Ma lei ha le prove: è colpa di un burrito.
Shelby Houlihan, la detentrice del record americano nei 1.500 e 5.000 metri femminili, ha pubblicato sui suoi social media che è stata bandita per quattro anni dalle selezioni, a seguito di un test positivo agli steroidi. L’atletica olimpionica è distrutta, sgomenta, perché come ha tenuto ribadire: “Non ho mai preso sostanze che migliorano le prestazioni. E questo include quello di cui sono accusato“, ha scritto Houlihan. “Credo nello sport e nel spingere il tuo corpo al limite solo per vedere dove si trova il limite. Non mi interessa barare. Non lo faccio per i riconoscimenti, i soldi o perché le persone conoscano il mio nome. Lo faccio perché lo amo. Mi diverto così tanto a farlo ed è sempre la parte migliore della mia giornata”.
La colpa di tutto, da quanto ha dichiarato Houlihan, sarebbe un burrito al maiale: pochi giorni prima dell’inizio delle prove olimpiche di atletica leggera degli Stati Uniti a Eugene, in Oregon, ancora a gennaio, l’atleta ha ricevuto un’email in cui è stata informata che un campione di test antidroga ha riscontrato livelli alti dinandrolone steroide anabolizzante. È così che dopo un lungo pensare e meditare, la Houlihan ha fatto un elenco di tutto ciò che ha mangiato fino al test antidroga, finché non ha appreso dalla WADA (Agenzia mondiale antidoping) che “mangiare carne di maiale può portare a un falso positivo per il nandrolone, dal momento che alcuni tipi di suini lo producono naturalmente in quantità elevate. La carne di maiale (specialmente le frattaglie) ha i livelli più alti di nandrolone.”
“Abbiamo concluso che la spiegazione più probabile al risultato del mio test, fosse un burrito acquistato e consumato circa 10 ore prima di quel test antidroga, da un autentico camion di streetfood messicano che serve frattaglie di maiale vicino a casa mia a Beaverton, in Oregon”, ha scritto Houlihan. “Ho informato l’AIU che credevo che questa fosse la fonte”. Ma non c’è stato niente da fare: durante tutto questo periodo il laboratorio non ha voluto approfondire con altri test e ha così marchiato la Houlihan come “dopata”.
[ Fonte: CBS]