Secondo uno studio pubblicato su Sustainable Production and Consumptionogni anno nel mondo macelliamo 18 miliardi di animali che poi, però, non mangiamo. In pratica uccidiamo per niente 18 miliardi di animali, in un giro di spreco alimentare che riguarda tutti i paesi del mondo. Lo studio in questione è stato realizzato dall’Università di Leiden, nei Paesi Bassi. I ricercatori hanno analizzato il sistema produttivo e il consumo di polli, tacchini, maiali, capre, pecore e vacche e i risultati sono stati a dir poco desolanti.
Che fine fanno tutti gli animali macellati che non mangiamo?
In linea generale, si sa che un terzo del cibo viene purtroppo sprecato. E questo a livello mondiale. Secondo i dati messi a disposizione della FAO, l’Organizzazione per delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (tali dati si riferiscono al 2019), 18 miliardi di polli, tacchini, maiali, capre, pecore e vacche (si tratta di sei fra le specie animali più allevate al mondo) vengono allevati, macellati (o muoiono durante il processo), ma poi non vengono mangiati. E questo per i motivi più disparati.
I dati relativi al consumo e allo spreco interessano 158 Paesi. Le perdite maggiori, a quanto pare, si hanno in Nord America, Oceania, Europa e nell’Asia industrializzata. Qui il problema è duplice: infatti da un lato ci sono scorte eccessive, mentre dall’altro le porzioni servite nei ristoranti spesso sono troppo grandi (e non dappertutto c’è la coltura della doggy bag).
In America Latina, Asia occidentale e centrale, Africa settentrionale e sub-sahariana, invece, il problema è relativo alla produzione: gli animali muoiono prima di giungere al termine della procedura di allevamento a causa di malattie.
Altri problemi, poi, si hanno durante le fasi di stoccaggio e trasporto della carne. Se tali procedure non si svolgono correttamente, infatti, ecco che la carne si deteriora e diventa inutilizzabile, non potendo più essere consumata.
Questo ha fatto sì che nel 2019 ben 77,4 milioni di tonnellate di carne (o 52,4 milioni di tonnellate di carne commestibile senza ossa, se preferite) di quelle sei specie di animali d’allevamento siano andate sprecate lungo tutta la catena di approvvigionamento alimentare.
Se imparassimo a consumare e produrre in maniera più sensata, ecco che, forse, si ridurrebbe in gran parte lo spreco alimentare e si eviterebbe di far morire degli animali per niente. Oltre a rendere un buon servizio al pianeta, riducendo magari le emissioni di metano prodotte dagli allevamenti (specie quelli intensivi), emissioni che vanno ad aumentare i gas serra.