Il più recente Rapporto sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) redatto negli ultimi giorni dall’Istat ha fatto emergere un dato particolarmente preoccupante circa la diffusione dell’obesità infantile nel nostro caro vecchio Stivale: pare, infatti, tra i bambini italiani di età compresa tra i tre e i cinque anni, addirittura uno su tre sia di fatto affetto da una forma di sovrappeso od obesità. I dati, addirittura, indicano una – lieve, ma comunque considerevole – tendenza ad aumentare: nel 2020 i bambini con problemi di peso erano il 33,2%, in crescita dell’1,6% rispetto al 2018.
Prima di incolpare la sedentarietà indirettamente promossa dalla pandemia occorre però essere onesti e ammettere che, di fatto, in Italia l’obesità infantile rappresenta un problema concreto: secondo i dati UNICEF interessa il 36% dei bambini e degli adolescenti, con la percentuale di bambini in sovrappeso di età compresa fra i 5 e i 19 anni raddoppiata nel lasso di tempo compreso tra il 2000 e il 2016. In altre parole, la tendenza era già in atto ben prima dell’insorgere del Covid-19.
Il Rapporto dell’Istat, per di più, indica quote pericolosamente alte anche nella fascia di età appositamente allargata a includere gli adolescenti (tra i tre e i diciassette anni di età, per intenderci): in Italia il 26,3% dei giovanissimi (addirittura il 33% nel Mezzogiorno) ha problemi di obesità o sovrappeso.