Per lo Stivale quello dell’obesità infantile è un capitolo particolarmente dolente. Nulla di nuovo, per i nostri lettori più attenti, che senz’altro si ricorderanno di un rapporto risalente al solo scorso autunno che raccontava di come, in Italia, un bambino su tre di età compresa tra i tre e i cinque anni ne sia di fatto affetto. I dati Istat, in questo senso, non fanno altro che confermare quanto già sappiamo: i bambini italiani sono tra i più grassi d’Europa, con il Bel Paese che “vanta” il maggior tasso di obesità infantile tra i maschietti (21%, al pari con Cipro). La situazione è particolarmente grave soprattutto al sud e in Sicilia, con il 29,4% dei ragazzi siciliani che soffrono di problemi di peso.
Il convegno di Palermo: la risposta isolana all’obesità infantile
Una pandemia silenziosa che, ironicamente, ha rafforzato la propria presa sulla penisola proprio durante un’altra pandemia – quella da Covid, naturalmente -, tant’è che la letteratura scientifica di settore parla di “Covibesity”, neologismo coniato proprio per sottolineare la correlazione tra il lockdown, che ha generalmente portato ad adottare stili di vita più sedentari, e la diffusione dell‘obesità infantile.
Come brevemente accennato in apertura di articolo, a soffrire particolarmente la presenza di tale problema è la Sicilia: non sorprende, dunque, che la Regione abbia di recente colto al balzo l’occasione per affrontare il tema ed entrare nel dibattito internazionale. Nella giornata di oggi, mercoledì 7 giugno, data in cui si celebra infatti la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, AICQ Sicilia ha pertanto deciso di organizzare un convegno su “L’educazione alimentare per il benessere nell’età infantile” presso il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo.
Attorno ad un tavolo per stimolare riflessioni e un attento confronto sulla necessità di una nuova consapevolezza del consumatore, AICQ Sicilia mette produttori agricoli, medici, professori universitari, tecnologi alimentari, genitori e insegnanti; con l’intensione di aggiungere poi anche associazioni di consumatori in modo da comprendere al meglio l’importanza di una sana alimentazione basata sulla dieta mediterranea.
“La Nuova Piramide della Dieta Mediterranea, riconosciuta nel 2010 dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità, presenta vari elementi di novità rispetto alle precedenti” ha spiegato a tal proposito Claudio Costantino, specialista in igiene e Medicina preventiva. “Alla base ci sono 4 nuove indicazioni importanti e significative: attività fisica, convivialità, stagionalità e, utilizzo di prodotti locali. Si tratta inoltre di una dieta che riduce lo stato infiammatorio, protegge da diverse tipologie di tumore, è benefica per il cuore, allontana il rischio diabete e sindrome metabolica e previene demenza senile e Alzheimer”.