“Follia” commenta Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle politiche agricole, riferendosi alla proposta di uno degli ideatori del Nutriscore di bollare con una F nera tutti i prodotti contenenti una quantità anche minima di alcol, compresi chiaramente anche le produzioni nostrane di vino e birra.
Una linea dura, quella assunta dal Nutriscore, che rischia di aggiungersi ai tagli alla promozione di prodotti considerati “non salutari” come carne e vino, e che potrebbe minare considerevolmente le esportazioni dei prodotti dello Stivale. Nel caso di quest’ultima proposta non importa se si tratta di uno spumante fresco, un liquore morbido o una birra artigianale: una F nera, decisamente eloquente, è la valutazione appioppata a tutte queste tipologie di prodotto, senza curarsi della distinzione tra l’uso e l’abuso di alcolici.
“Al peggio non c’è mai fine” ha invece commentato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. “È un sistema che sempre più fa solo il gioco delle multinazionali del cibo in provetta”. Insomma, su di Serge Hercberg, professore di nutrizione alla facoltà di medicina dell’università Sorbona di Parigi nord e ideatore della proposta in questione, si sta scatenando una vera e propria bufera: “La corretta alimentazione va insegnata, è questione di educazione, non basta un sistema di etichettatura ingannevole” ha continuato Scordamaglia. “L’auspicio è che ora a fronte di questa ulteriore proposta di peggioramento del sistema Nutriscore, la Commissione smetta di difenderlo, escludendolo definitivamente dalla proposta di armonizzazione europea”.