Anche gli esperti dell’Accademia dei Georgofili di Firenze si schierano contro il Nutriscore, accusando la temutissima etichetta a semaforo per gli alimenti di “sacrificare sull’altare della semplicità la correttezza scientifica”. L’intervento dell’Accademia fiorentina, in questo caso, ha di fatto preso le mosse da un recente studio redatto dal centro comune di ricerca della Commissione europea (Jrc) che aveva invece sottolineato come l’etichetta del Nutriscore fosse invece da preferire a quella “a batteria” del sistema Nutrinform Battery poiché “più immediata alla comprensione dei consumatori”.
Uno studio, quest’ultimo, che di fatto potrebbe rivelarsi centrale nel contesto della definizione del nuovo regolamento “sull’etichettatura fronte pacco obbligatoria dei prodotti, che la Commissione europea dovrà varare al più tardi nel 2023”: motivo per cui i Georgofili hanno ritenuto opportuno ribadire ancora una volta la propria posizione, “scientifica e super partes, pur consapevoli del fatto che la politica potrà non tenerne conto”. Anche se lo scontro sull’etichettatura, a onore del vero, sta ormai trascendendo l’arena politica approdando perfino nel grande anfiteatro di Twitter, dove di recente il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, si è scontrato con Serge Hercberg, l’uomo accreditato come il fondatore del Nutriscore.
“Cosa può indurre i politici europei a ritenere che i consumatori siano degli ignoranti non capaci di interpretare correttamente le altre numerose proposte di sistemi di etichettatura sul tappeto?” si chiede Paolo Fantozzi, coordinatore del comitato consultivo dei Georgofili sulle tecnologie alimentari. “A questo punto mi sento di dover concludere che, in mancanza di una reale strategica combinazione di interventi, sia veramente più conveniente non procedere alla ufficializzazione di una ulteriore aggiuntiva etichetta volontaria europea, piuttosto che forzatamente accettarne una palesemente insoddisfacente, perché non possiede nessuno dei fondamentali e corretti requisiti richiesti dalla Ue (obiettività, comprensibilità, non ingannevolezza, non negoziabilità, etc.)”.