Per il settore degli agriturismi sembrano esserci grandi novità all’orizzonte: la senatrice di Fratelli d’Italia Annamaria Fallucchi ha presentato, insieme a un nutrito gruppo di colleghi, un DDL che punta a modificare la legge n. 96 del 20 febbraio 2006 “in materia di qualificazione e valorizzazione della ristorazione nell’esercizio dell’attività agrituristica”.
L’intento è quello di allentare lo stringente regolamento che obbliga queste strutture all’utilizzo di materie prime del territorio, di fatto permettendo anche ad altre realtà di potersi avvalere del regime fiscale dell’agriturismo.
Le dichiarazioni di Fallucchi e il DDL
“L’agriturismo rappresenta un modello vincente di sviluppo rurale, capace di coniugare tradizione, qualità e sostenibilità economica. Per questo, con grande impegno, ho presentato il DDL Agriturismo, un disegno di legge che punta a rafforzare il legame tra agricoltura e turismo, garantendo una ristorazione agrituristica autentica e radicata nei territori”.
Un settore in cui Fallucchi ha sicuramente esperienza, vista la sua posizione di socia proprio di un’attività agrituristica in provincia di Foggia. Dalle deroghe presenti nel suo DDL, però, fatichiamo a capire come questo rafforzamento debba avvenire: la proposta infatti include il concetto di “obiettiva indisponibilità” che prevede la possibilità di utilizzare materie prime di provenienza non locale, in caso di difficoltà nell’approvvigionamento. Queste possono essere causate da calamità accertate dalle autorità competenti, o più semplicemente si tratta di “prodotti essenziali al completamento dell’offerta enogastronomica”. Una novità che lascerebbe molta flessibilità di interpretazione.
Eppure, la nota diffusa dalla senatrice sembra molto chiara sugli intenti: “tra le disposizioni più significative del provvedimento, sottolineo l’importanza di promuovere la centralità della filiera corta e del km 0 incentivando la compravendita di prodotti tra aziende locali per creare una rete virtuosa di eccellenze territoriali. Il disegno di legge prevede inoltre un sistema di tracciabilità basato su QR code, per fornire ai consumatori informazioni chiare sull’origine e la qualità dei prodotti offerti. Fondamentale anche la tutela e la valorizzazione della ristorazione agrituristica come pilastro dell’identità culturale ed enogastronomica italiana, con particolare attenzione ai marchi DOP, IGP e ai prodotti tradizionali”.
Conclude Fallucchi: “con questa iniziativa, vogliamo sostenere le aziende agrituristiche, rafforzare le economie locali e offrire ai consumatori un’esperienza autentica e trasparente. L’agricoltura e il turismo devono procedere insieme, nel segno della qualità e della sostenibilità”.
Sarà interessante vedere come gli imprenditori della ristorazione recepiranno questo nuovo regolamento. La possibilità di non dover più utilizzare ingredienti autoprodotti per la stragrande maggioranza dell’offerta potendosi avvalere di una più ampia rete di fornitori, aprirà le porte a molti che vorranno avvalersi del regime fiscale forfettario che è proprio degli agriturismi. Ne sorgeranno sicuramente molti, ma chissà che ne sarà del legame col territorio.