Più semplificazioni, più misure di tutela, più poteri a produttori e Consorzi – così, con queste tre linee di azione, potremmo riassumere il contenuto del nuovo Regolamento Europeo sulle Indicazioni Geografiche. Fresco di semaforo verde definitivo – l’entrata in vigore segna come data lunedì 13 maggio, a essere ben precisi -, il nuovo Regolamento andrà di fatto a coinvolgere un paniere complessivo di 3410 prodotti DOP e IGP (di cui, è bene notarlo, 890 provengono dal nostro Stivale) forte di un valore alla produzione di 80 miliardi di euro (con la fetta italiana che, in questo caso, ammonta invece a circa 20,2 miliardi di euro).
Si tratta di una riforma piuttosto ampia, a onore del vero, la cui portata spazia – come già accennato dalle righe in apertura – dal conferimento di maggiori poteri ai Consorzi fino all’obbligo di indicazione in etichetta della percentuale di un determinato prodotto DOP o IGP all’interno di un dato prodotto trasformato. Bando alle ciance, dunque: diamo un’occhiata a cavilli e dettagli.
Il ruolo dei Consorzi di tutela e la semplificazione
I Consorzi, rimasti in mano ai soli produttori e operatori lungo la filiera produttiva, saranno forti di una serie di norme più stringenti sulla protezione delle Denominazioni: per esempio sarà possibile, per le IG con riconosciuto mercato internazionale, essere registrati in maniera automatica nell’atto di Ginevra dell’accordo di Lisbona, che prevede una “protezione rapida e indefinita in tutti i Paesi firmatari” e anche extraeuropei.
Si segnala, rimanendo nello stesso contesto, anche l’eliminazione delle falle che “consentivano di sfruttare indebitamente la reputazione delle IG” (ricorderete, giusto per fare un paio di esempi, dell’aceto balsamico sloveno e cipriota o del Prosek croato; anche se è bene notare che appropriarsi dei nomi dei prodotti DOP o IGP, o comunque usarne di simili, mai si è potuto fare e che spesso e volentieri le battaglie intavolate su di questi conflitti si sono rivelate più prassi o dispositivi retorici che minacce effettive).
Sul fronte dello snellimento burocratico troviamo poi la riduzione a sei mesi dei tempi per l’esame delle richieste di registrazione e di modifiche dei disciplinari da parte della Commissione (estendibili a cinque nel caso di richieste incomplete), con queste ultime che passeranno sotto la lente delle autorità comunitarie solamente se implicanti potenziali restrizioni al mercato unico. In definitiva il nuovo Regolamento riduce nettamente il numero di dossier che devono essere analizzati a livello europeo, “smarcando” dalla necessità di coinvolgimento l’Ufficio europeo sulla proprietà intellettuale (EUIPO) e conferendo, come già abbondantemente accennato, una maggiore autonomia ai Consorzi.
Indicazioni Geografiche nelle liste degli ingredienti
Un ultimo punto che vale la pena prendere in analisi è l’introduzione dell’obbligo per i trasformatori dell’indicazione in etichetta della percentuale di prodotto IG all’interno del prodotto trasformato. Gli stessi trasformatori, è bene notarlo, saranno per di più obbligati a informare per iscritto i Consorzi interessati dall’utilizzo di un determinato prodotto DOP o IGP e poi ad attendere un avviso di ricevimento che può anche includere indicazioni sul corretto utilizzo del prodotto in questione.