Nella Bibbia gastrofregna italiana il frutto probito è l’ananas. Rinfrescante in estate, interessante se accompagnato con il prosciutto crudo, sacrilego se accompagnato al lievitato discoidale che regola le funzioni religiose di tutta la Penisola. No, non l’ostia: la pizza.
L’accostamento sfiora la Ragione di Stato, ed è forse solo secondo alla carbonara in barattola per la sola motivazione che quest’ultima è l’unica, al momento, ad avere effettivamente scomodato un Ministro della Repubblica Italiana. Eppure dall’altra parte della Manica c’è chi, se possibile, lo trova ancora più offensivo.
Se lo sapesse Gino Sorbillo…
Siamo a Norwich, Inghilterra. Sul menu di Lupa Pizza c’è anche la famigerata pizza hawaiana, com’è nota ai non-iniziati. Quel che salta all’occhio, però, è il prezzo: centoventi euro. Alla faccia. Che si tratti di fette di Rubyglow, l’ananas più raro al mondo? No, non proprio.
È il prezzo della sfida, se vogliamo. Tra le altre voci del menu troviamo altri classici – la Napoli, la Meatball (“classici” non significa necessariamente legati al tricolore nostrano, badate bene), la Pepperoni – tutti offerti a prezzi complessivamente onesti e certamente nella media.QuinJianoran, cuoco di casa Lupa Pizza, è categorico: “Ho detto ‘no’ all’ananas”, ha spiegato alla CNN.
“Stiamo solo prendendo una posizione”, ha spiegato. Insomma: a vostro rischio e pericolo. A oggi, spiega Jianoran, non ci sono ancora stati ordini per la pizza con l’ananas, ma il supplemento da record si è guadagnato l’eco delle cronache locali. Il Norwich Evening News, un quotidiano locale, ha addirittura lanciato un sondaggio per capire da parte stanno i cittadini. Al momento sta vincendo il “sì”.
Il nostro pizzaiolo, com’è ovvio, ne è consapevole. “Le mie opinioni potrebbero cambiare!”, ha spiegato. “Potrebbe arrivare a costare duecento sterline, o magari solo due. Chi lo sa!”. Continua così, mister Jianoran: la convocazione a Palazzo Chigi per vestire la cappa dei Paladini della Sovranità Alimentare è dietro l’angolo.