Lo spaghetto della discordia alla fine ha trionfato. De Cecco, arcinoto marchio di pasta abruzzese tra i più comprati in Italia e nel mondo, è stata assolta. L’accusa era di quelle che nessun produttore di alimenti si augurerebbe: frode in commercio. In questo caso specifico, l’aver posto in commercio lotti di pasta con grano non italiano, mentre la dicitura affermava altro. Proprio in questi giorni il tribunale di Chieti ha ufficialmente messo la parola fine a un incubo giuridico che si trascinava dal 2022.
Il fatto non sussiste
L’accusa era di quelle pesanti. Secondo il procuratore infatti, nel febbraio 2022 la ditta di pasta secca avrebbe messo in commercio alcuni lotti di pasta lunga con dicitura falsa. Ovvero, che la materia prima della stessa era composta di grano proveniente da California, Arizona, Italia. Mentre, sempre secondo l’accusa, circa il 7% (che pare poco, ma in ambito di produzione industriale corrisponde quasi 4500 tonnellate) proveniva in realtà dalla Francia. A quanto è emerso, l’illazione era senza fondamento.
Gli imputati Filippo Antonio De Cecco (presidente del CdA), Mario Aruffo (direttore degli acquisti) e Vincenzo Villani (direttore della qualità) possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Ci starebbe festeggiare con una bella spaghettata, in effetti. Perché dopo più di due anni si chiude una vicenda giudiziaria che ha rischiato seriamente di danneggiare un’azienda storica e “di famiglia” come ama definirsi De Cecco. Il giudice del tribunale di Chieti ha infatti emesso la sentenza: l’illecito amministrativo contestato non sussiste. Da cui il verdetto: assoluzione con formula piena.
“La sentenza, che era attesa e non ci stupisce, conferma la correttezza del nostro operato” si legge in una nota rilasciata dalla Società F.lli De Cecco. “Si chiude un capitolo doloroso che ha rischiato di mettere in discussione, senza fondamento, la serietà e l’integrità del nostro lavoro”. E si chiude con una ulteriore prova di trasparenza: “La prova dell’insussistenza del reato era presente nelle carte delle indagini, che mettevano in rilievo come la nostra azienda abbia acquistato il grano guardando non i costi, ma l’alta qualità costante nel tempo”.
Insomma, secondo De Cecco l’impegno è tutto a favore della qualità, crepi l’avarizia. Grano italiano (e americano), solo il meglio per i nostri consumatori. Così dovrebbe essere – e i De Cecco si augurano non ci siano più dubbi a riguardo.