Quest’anno vince la solidarietà dell’ONU: il Premio Nobel per la Pace 2020 è stato assegnato al World Food Programme, il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite.
Il Comitato norvegese ha deciso di conferire il Premio Nobel al World Food Programme (WFP) per “il suo impegno a migliorare le condizioni per la pace nelle aree di guerra e per la sua attività nell’opporsi all’uso della fame come arma di conflitti”.
Come dichiarato anche dalla presidente del Comitato, Berit Reiss-Andersen, si è voluto “rivolgere gli occhi del mondo ai milioni di persone che soffrono o affrontano la minaccia della fame“. Infatti all’inizio di quest’anno, il WFP è stato il primo ad avvertire che il mondo era a rischio di carestie diffuse “di proporzioni bibliche” a causa della pandemia. “Di fronte alla pandemia, il Programma alimentare mondiale ha dimostrato una capacità impressionante di intensificare i suoi sforzi e gioca un ruolo chiave nella cooperazione multilaterale per rendere la sicurezza alimentare uno strumento di pace“, ha continuato la presidente.
Il capo del WFP David Beasley ha dichiarato ai giornalisti di essere scioccato, non appena ha saputo la notizia. “Questo è un riconoscimento al personale del WFP” – ha ringraziato il WFP sul proprio account Twitter – “che ogni giorno mette in gioco la propria vita per portare cibo e assistenza a oltre 100 milioni di bambini, donne e uomini affamati in tutto il mondo. Sono là fuori nei luoghi più difficili e complessi del mondo, dove ci sono guerre, conflitti, condizioni climatiche estreme. Non importa. Sono là fuori e meritano questo premio“.
L’agenzia è stata fondata agenzia Onu nel 1961, in seguito alle richieste dell’ex presidente degli Stati Uniti, Dwight D Eisenhower, di elaborare “un programma praticabile” per fornire aiuti alimentari attraverso il sistema delle Nazioni Unite.
Mesi dopo la sua creazione, il WFP è intervenuta dopo un forte terremoto nel nord dell’Iran, fornendo grano, zucchero e tè ai sopravvissuti. Da allora, ha continuato a rispondere a disastri naturali e conflitti in tutto il mondo, tra cui lo Yemen, dilaniato dal conflitto, l’Afghanistan, in cui a volte il gruppo ha sospeso le consegne di aiuti alimentari in alcune aree a causa di attacchi, ilSud del Sudan, colpito dalla carestia e un’economia al collasso, dove tra l’altro nel 2014, uno dei membri del suo staff è stato rapito.
In un sondaggio interno del WFP dello scorso anno, almeno 28 dipendenti hanno dichiarato di aver subito stupri o aggressioni sessuali mentre lavoravano presso l’agenzia. Più di 640 altri hanno affermato di essere stati vittime o aver assistito a molestie sessuali. Il signor Beasley ha detto all’agenzia di stampa Associated Press in quel momento che stava “facendo scelte difficili per portare il cambiamento“.
Nel 2019, il WFP ha offerta assistenza a 100 milioni di persone in 88 Paesi in condizioni estreme di vita. Nel 2015, l’Onu aveva stabilito l’eradicazione della fame sarebbe stato uno dei suoi obiettivi primari, e il WFP è lo strumento principale delle Nazioni Unite per raggiungere tale ambizioso traguardo., anche se la pandemia del coronavirus ha accentuato i problemi, specialmente in Stati come Congo, Nigeria e Burkina Faso.
Il WFP ottiene così quest’anno 10 milioni di corone svedesi (1,1 milioni di dollari; 873.000 sterline), diventando il 101esimo vincitore del Premio Nobel per la Pace nell’anno in cui sono state nominate 107 organizzazioni e 211 persone.
[ Fonte: BBC ]