Il sapore del cibo, in questo caso di un formaggio spalmabile, non può essere protetto da copyright. Lo ha deciso ieri la Corte europea dopo aver soppesato le ragioni contrapposte di due aziende olandesi, Levola e Smilde.
Volete sapere perché? Il sapore è “un’idea”, sostiene la Corte, più che il frutto di una “creazione intellettuale originale”. E se non puoi definire qualcosa con precisione non puoi neanche tutelarla con il diritto d’autore.
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Levola produce l’Heks’nkaas, formaggio spalmabile alla panna arricchito da erbe e odori, noto come “formaggio delle streghe”.
Anche Smilde, dal 2014, produce un formaggio spalmabile, si chiama Witte Wievenkaas –anche questo un nome che evoca le streghe– molto simile negli ingredienti e nel sapore.
Ragione per cui Levola, ritenendo che il formaggio prodotto da Smilde fosse un plagio e violasse il diritto d’autore sul sapore dell’Heks’nkaas, ha chiesto ai giudici olandesi che l’azienda concorrente smettesse di produrre il formaggio spalmabile incriminato. Perché come per un romanzo, una canzone o una poesia, anche il sapore va protetto dal copyright.
Smilde ha risposto che invece il sapore è soggettivo, cosa che rende impossibile tutelarlo con il diritto d’autore, riuscendo a convincere la corte europea.
Il passaggio più interessante riguarda i motivi che hanno portato alla decisione.
Secondo i giudici di Bruxelles non è possibile identificare con precisione e obiettività il sapore di un alimento. Perché a differenza di un saggio, un quadro o un film –tutte creazioni intellettuali originali– il sapore di un alimento si riconosce in base a esperienze e sensazioni soggettive, che variano da persona a persona in base a età, preferenze, contesto ambientale e abitudini di consumo.
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In pratica, per proteggere i loro prodotti con il copyright, le aziende dovrebbero fornire identificazioni puntuali e obiettive del sapore di un alimento, che lo distinguano da quello di prodotti simili, cosa praticamente impossibile con i mezzi tecnici oggi a disposizione.
Il discorso potrebbe essere diverso, suggerisce il New York Times, nel caso in cui una pasticceria italiana specializzata in torte esteticamente curate, volesse tutelarle da chi, sempre in Italia, ne realizzasse di molto simili per aspetto e ingredienti.
In questo caso si potrebbe invocare la violazione del diritto d’autore e avere buone possibilità di convincere i giudici.
[Crediti | New York Times]