Quando c’è da denunciare un’ingiustizia Nikita Sergeev non si tira indietro. L’avevamo visto un paio di mesi fa, in occasione dello scoppio del conflitto con l’Ucraina: allo chef russo bastarono meno di 24 ore per rivolgersi alla platea dei social e condannare pubblicamente e in maniera inequivocabile l’aggressione della Russia. Fast forward di una manciata di settimane, ed ecco che Sergeev nuovamente trova nel popolo internettiano un orecchio e un pubblico verso cui indirizzare i propri pensieri. E se da un lato c’è da rallegrarsi che questa volta l’argomento sia ben meno tragico (e in nessuna misura paragonabile agli orrori della guerra), immaginiamo che per lo chef russo il conflitto in corso con Le Guide de L’Espresso sia comunque motivo di grande frustrazione.
“Penso che sia arrivato il momento di parlare pubblicamente di ciò che succede negli ultimi anni nel rapporto tra L’Arcade (il ristorante stellato in cui lavora, ndr) e Redazione del Le Guide de L’Espresso” scrive Sergeev. “Dalla visita nel 2019 di uno del Comitato di Direzione, e un diretto conflitto d’interesse, di cui si sapeva bene ai vertici, che abbiamo iniziato a percepire una netta differenza nel rapporto. E qui puntualizzo che non necessitiamo di un’attenzione in particolare verso i nostri confronti ed operato, ma se recensiti, pretendiamo una critica oggettiva e coerente“. Una rivendicazione di un diritto sacrosanto, che lo chef accompagna spiegando come il ristorante in questione abbia goduto di “una continua crescita e movimento” che, di fatto, è stata anche riconosciuta e confermata dalle valutazioni di altre testate del settore.
“Oggi chiamare L’Arcade “un moderno chalet al mare con giovane cuoco che … ” è riduttivo, poco credibile e anche un po’ ridicolo, soprattutto per i lettori per cui si pensa esista la Guida” continua Sergeev. “Ancora ricordo netta la visita nel 2015 di Enzo e Paolo Vizzari ad assegnare durante la cena 15/20 e il diretto invito alla Leopolda, poi la crescita, il cambio voto/cappello e poi è arrivato il 2019 … e guarda caso abbiamo scordato come cucinare o accogliere e ci siamo tornati ai livelli del 2015?”. Nelle parole di chef Nikita, tuttavia, non c’è solo amarezza e (apparentemente giustificata) polemica, ma anche sincere congratulazioni per i suoi colleghi che invece hanno portato a casa delle ottime valutazioni. Il futuro de L’Arcade, tuttavia, è già deciso: “Porterò immenso rispetto sempre al grande direttore Vizzari” continua lo chef russo “ma purtroppo non a tutti i suoi collaboratori, seguirà in settimana una lettera ufficiale alla redazione con la richiesta di non far più parte della selezione”.