Niente pranzo al sacco in spiaggia: nuovo divieto in Puglia

I lidi privati in Puglia stanno imponendo divieti su cibo e vettovaglie portati da casa: alcuni casi in maniera legittima, in altri senza averne l'autorità.

Niente pranzo al sacco in spiaggia: nuovo divieto in Puglia

Questa è l’estate delle polemiche sui servizi extra, ovunque, stabilimenti balneari compresi. A quanto pare è vietato il pranzo al sacco se il lido non è libero ma gestito e a pagamento, e ciò per cercare di portare ulteriore acqua al proprio mulino. Accade in Puglia, e a riguardo si sono pronunciati sia i gestori delle spiagge sia il Codacons.

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Lidi e stabilimenti balneari sono una vera e propria attività, soprattutto quelle che propongono tra i servizi anche quello di ristorazione o che includono bar e chioschi per rifocillarsi tra una nuotata e l’altra. La polemica, quindi, è più o meno la stessa dei ristoranti che fanno pagare al cliente vari servizi extra come l’ormai celebre divisione del toast, o il cucchiaino in più per condividere il dessert. Tuttavia, per le spiagge, a volte il divieto in questione sembra non essere legittimo.

Cosa puoi portarti da casa, in spiaggia

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Nelle ultime ore si è alzato un polverone sul divieto di portarsi da casa il pranzo al sacco, se si occupa uno degli stabilimenti pugliesi a pagamento e gestiti, e che fornisce anche servizi di ristorazione o simili. Ebbene, alcuni gestori si sono esposti su La Repubblica e Open online. Riportiamo quanto spiegato da Michele Colella del Lido Calarena: “I frigoriferi rigidi non li consentiamo per le riunioni di gruppo se capita qualcuno che ce l’ha, lo preghiamo di lasciarlo in direzione. Picnic e tavolate non sono possibili, qui da noi. Però se uno si porta il cibo porzionato, la piccola borsa frigo o la bibita chiudiamo un occhio”.

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Resi Tassiello, dallo stabilimento Maredentro sostiene che “vetro, lattine e teglie non entrano. Ma questo mi sembra scontato e non stiamo neanche a sottolinearlo o tanto meno facciamo i controlli. Contiamo sul pubblico educato che frequenta la nostra struttura”. Presso altri lidi, invece, sono meno fiduciosi nei confronti dei clienti e hanno deciso di essere più rigidi. Risultano infatti regole come “severamente vietato introdurre cibi e bevande dall’esterno” o “all’interno dello stabilimento non è consentito introdurre cibi, bevande e borse frigo di alcun genere”.

Cosa dice la legge

C’è tuttavia un’ordinanza balneare del 2023, redatta dall’assessorato al Demanio della Regione Puglia: “è sempre consentito, sulle spiagge e sulle aree demaniali, introdurre alimenti specifici e/o dispositivi medici di emergenza negli opportuni contenitori, nonché consumare alimenti/bevande, anche se non acquistati in loco. Vietato invece accendere fuochi o fare uso di fornelli ed allestire pic-nic con tavolini e sedie in aree non allo scopo riservate“. Quindi se alcuni lidi vietano legittimamente di bivaccare con tavolini e vettovaglie invadenti, in altri casi invece esagerano.

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Il Codacons di Bari si espone nei riguardi dei bagnanti: “una semplice domenica al mare per una famiglia barese costa intorno ai 250-300 euro. E questo perché non si sono posti limiti ai privati, che ti fanno pagare fino a 25 euro un’insalata e lasciano sempre meno spazio alle spiagge libere, nonostante paghino canoni concessori esigui. Se poi si mettono anche a vietare di portare da mangiare ai bagnanti, davvero si supera ogni limite. Semplicemente non lo possono fare. Non ne hanno l’autorità. E se per questa stagione ormai è tardi, perché i tempi della burocrazia non ci consentirebbero di intervenire in tempo utile, dall’anno prossimo diffideremo chiunque si azzardi a proibire ai bagnanti di accedere al demanio con il proprio cibo”.

Fonti La Repubblica e Open online