“Il Manchester United ha fame? Mangino la frutta!”a parafrasare, per quanto in una più moderna versione plant-based, Maria Antonietta è Sir Jim Ratcliffe, uomo più ricco del Regno Unito e socio di minoranza dei Red Devils e ora impegnato in una sostanziosa spending review del club. È sua la decisioni per cui la mensa del personale dell’Old Trafford verrà chiusa, e la stessa mannaia si abbatterà sul centro sportivo di Carrington, dove lo United si allena e ha sede la academy, oggetto di un recente investimento da 50 milioni di sterline.
Tagli al personale
Sono finiti i tempi in cui con il tesserino del personale si aveva accesso alla mensa, aperta dalle 11,30 alle 13,30, che chiuderà inesorabilmente entro la settimana: per gli operatori dello stadio sarà messa a disposizione della frutta. L’operazione rientra in un più ampio piano di tagli, che ha già visto 250 licenziamenti decisi da Ratcliffe e a cui ne seguiranno altri “150-200” come confermato da Omar Berrada, ceo della squadra.
“Siamo molto dispiaciuti per le conseguenze che questo avrà sui colleghi licenziati” spiega Berrada: “nonostante tutto è necessario prendere delle decisioni difficili per mettere di nuovo il club su un terreno finanziario solido. Abbiamo perso soldi per gli ultimi cinque anni consecutivi e questo non può continuare. Le nostre due priorità al momento sono ottenere successi sul campo per i nostri tifosi e migliorare le nostre strutture. Non possiamo investire in questi obiettivi se perdiamo continuamente soldi”.
Il programma di austerity di Ratcliffe prevede anche lo spostamento di diversi lavoratori dall’Old Trafford a Carrington, e un rallentamento nel pagamento dei bonus, che diventeranno premi legati alle performance. Anche sulla beneficenza ci saranno ridimensionamenti, con l’unica donazione annuale di 40 mila sterline alla Manchester United Disabled Supporters’ Association.