Solitamente la morale della storia la si inserisce alla fine, ma a sto giro – considerando la particolarità della vicenda – ci sentiamo di metterla all’inizio: mai toccare i bambini. Detto in parole brevi e brutali, porta semplicemente male. Porta attenzioni che non si vogliono, attenzioni appiccicose e francamente pericolose, porta fraintendimenti che puntualmente rimangono sommersi sotto cori di prepotenti voci indignate. Ci stiamo riferendo a quanto apparentemente accaduto in quel di Ladispoli presso il ristorante pizzeria Tripolina: una famiglia si presenta all’ingresso, il cameriere la accoglie e pronuncia le parole sbagliate: “I bambini sono un problema” spiega. “Se li potete lasciare da qualche parte, un tavolo ve lo trovo”. L’intera vicenda approda sulle vetrine di Facebook. È il caos.
La storia del ristorante Tripolina finisce sui social: “I bambini sono un problema”
A innescare il tutto è stato, come accennato – e come di fatto anche riportato da Repubblica Roma -, il racconto della mamma coinvolta su StappaMamma, un popolare gruppo Facebook. “Avevo anche specificato dei due seggiolini, mio nipote ha un anno” scrive. “Ma appena sono arrivata lì il cameriere mi ha detto che non trovava questa prenotazione”. Il post acquisisce una risonanza virale e il ristorante finisce – suo malgrado – nell’occhio del ciclone: cominciano a piovere le minacce di boicottaggio, lo spettro delle recensioni-ripicca che rischiano di minare il lavoro di anni per uno scivolone.
Che poi, a onore del vero, che si tratti effettivamente di uno “scivolone” è tutto da vedere. Partiamo dal presupposto che per un ristorante è legittimo non ammettere bambini al suo interno: la prassi vorrebbe che i clienti siano informati preventivamente, ma in sé la scelta non dovrebbe affatto essere sconvolgente. Chiaro, in questo particolare caso la testimonianza della diretta interessata fa pensare che il locale in questione fosse già stato informato della presenza dei pargoli: “Avevo specificato dei due seggiolini”, scrive la mamma.
Abbiamo sentito una campana – quella della mamma sui social – e ci pare giusto riportare anche l’altra. Il titolare del locale, contattato da più testate giornalistiche, spiega la sua versione dei fatti: “Non esiste. Invito la signora a chiamarmi e chiariremo tutto perché non è vero quello che sostiene” ha commentato. “Sarà stato un malinteso, il mio personale non è mai stato ineducato. Qui facciamo le feste per i bambini. È uno scherzo? Noi accogliamo tutti. Non abbiamo mai fatto differenze di colore, età, per nulla. Non ho parole”.
Si fa strada la possibilità che si sia trattato dell’iniziativa di un cameriere. “Non è possibile che i lavoratori si impegnino per anni e anni al fine di offrire un servizio di qualità” continua il titolare ” e poi qualcuno si possa inventare certe storie senza alcuna prova. Questo episodio da noi non è mai successo, al cento percento, lo escludo categoricamente”.