Il fatto che l’anguilla sia a rischio di estinzione non è certo una notizia dell’ultima ora. Numeri alla mano, si stima che nel corso degli ultimi trent’anni la popolazione europea di questa particolarissima specie sia diminuita addirittura del 90%, con tutti gli indizi che puntano all’attività dell’uomo come principale indiziato – dagli sbarramenti nei fiumi che impediscono il corretto svolgimento del ciclo produttivo (con gli esemplari adulti che si riproducono in mare e i più giovani che dunque si ritrovano a dovere risalire la corrente per tornare nelle acque dolci) all’inquinamento delle acque, passando anche e soprattutto per le attività di pesca illecita.
Sono numerosi, in questo senso, gli appelli del settore della ristorazione per tentare di tamponare questa crisi e “salvare” (permetteteci le virgolette, che a oggi “salvare” ci sembra un termine un po’ forte) l’anguilla: ricordiamo l’appello lanciato da numerosi chef – tra cui anche l’Ambasciatore Unesco per la Biodiversità Mauro Colagreco – a inizio mese; a cui fa eco quello più recente del World Culinary Council di Relais & Chateaux, i cui membri hanno deliberato di eliminare l’anguilla dai loro menu di Natale.
Anguilla fuori dai menu di Natale
L‘anguilla è d’altro canto una delle protagoniste assolute quando si parla di tavole di Natale e Capodanno, e pertanto l’appello di Relais & Chateux ben si inserisce come dimostrazione concreta della tanto sbandierata sostenibilità in cucina – anche se, a onore del vero, non ci spiacerebbe vedere un impegno dello stesso tipo anche per altre specie, come il tonno o il salmone.
Ma torniamo a noi – l’appello di Relais & Chateux è piuttosto semplice: eliminare l’anguilla dai menu e sollecitare le autorità preposte a prestare ascolto alla comunità scientifica, che ormai da tempo chiede la sospensione della pesca. Tra chi ha deciso di raccogliere la mobilitazione c’è anche l’associazione Periferia Iodata, costituita da chef, enotecari e più in generale ristoratori attivi lungo il litorale romano.
“Aderiamo all’appello cercando di considerare il tema nella sua complessità” si legge sui canali social dell’associazione. ” Sono cambiate le tradizioni legate al Natale e l’anguilla oggi viene consumata soprattutto nei ristoranti. Bandirla dal menu potrebbe portare a risultati importanti, ma va considerato anche il mercato nero”.
La cosiddetta altra faccia della medaglia: la straripante voglia di soddisfare una domanda sorda alle difficoltà dell’anguilla (così come di molte altre specie). “Dovremmo cercare di stimolare sempre di più a essere sostenibili facendo crescere l’allevamento” continua Periferia Iodata. “Un appello come questo è importante, ci permette di ragionare su temi non più eludibili. Aderiamo perciò all’appello di Relais & Chateaux , anche sapendo che non potrà essere risolutiva e che servono interventi straordinari”.