Nicolò Martinenghi e l’oro nonostante i ritardi del ristorante olimpico: “Un’ora e mezza per mangiare”

Nicolò Martinenghi, oro nei 100 rana, non è del tutto soddisfatto del servizio al ristorante olimpico. Altri hanno preferito disertare direttamente la mensa.

Nicolò Martinenghi e l’oro nonostante i ritardi del ristorante olimpico: “Un’ora e mezza per mangiare”

Tutto è bene quel che finisce bene, ci vien da dire. Nicolò Martinenghi ha conquistato la medaglia d’oro nei cento metri a rana alle Olimpiadi di Parigi 2024, la prima in assoluta della spedizione azzurra in quel d’Oltralpe, e lo ha fatto nonostante le lamentele sulle presunte inefficienze e ritardi del ristorante olimpico.

Il “ristorante più grande del mondo“, come lo abbiamo chiamato, è in altre parole partito in salita. Con più di tremila posti a sedere e un totale stimato di circa tredici milioni di pasti da servire durante i Giochi, la sfida prima ancora che essere culinarie è logistica. C’è chi, come alcuni atleti azzurri, si lamenta di ritardi e lunghe attese, e chi, invece, ha deciso di risolvere il problema semplicemente disertando la mensa.

Le lamentele degli atleti azzurri

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“Lo spazio è grande, ma il banco per il cibo non è enorme, se vuoi, chessò, uno spiedino di carne devi aspettare venticinque minuti” ha raccontato Martinenghi in una breve intervista rilasciata – è bene notarlo – prima di scendere in vasca per vincere la medaglia d’oro. “Ci ho messo un’ora e mezza solo per mangiare”. Avranno preso troppo alla lettera lo spirito di Slow Food? Chissà.

E i disagi, badate bene, non riguardano solo il cibo. “Ha piovuto tanto” continua Martinenghi “e mezzo Villaggio ha le piastrelle delle camere alzate“. Gli fa eco Lorenzo Zazzeri, altro nuotatore, medaglia di bronzo alla staffetta 4×100 stile libero: “Si sono rotti due ascensori contemporaneamente e dobbiamo fare nove piani a piedi, non il massimo”. Anche Manuel Frigo, stile libero, evidenzia problemi di carattere logistico: “Un’ora e passa in piedi sull’autobus. Ma è così per tutti, non ci lamentiamo”.

“Non ci lamentiamo”, già. D’altro canto c’è anche chi, pur di non lamentarsi, ha preferito tagliare direttamente la corda: è il caso del Team della Gran Bretagna, che ha abbandonato la casa comune dei Giochi per trasferirsi in una struttura privata. In questo caso è nuovamente il cibo la pietra dello scandalo: “Alcuni alimenti non sono sufficienti, come uova, pollo e carboidrati”, ha spiegato il portavoce della spedizione d’Oltremanica.

Francia e Inghilterra ancora non riescono a starsi simpatiche, in altre parole. Philipp Würz, responsabile food di Parigi 2024, aveva sottolineato come il menu parigino fosse “molto più sano di un tempo”, con quel “un tempo” che si riferiva esplicitamente alle Olimpiadi di Londra, dove il 20% dei pasti fu notoriamente consumato al McDonald’s. A Parigi sono vietate patatine fritte e nugget di pollo, tra le altre cose: evidentemente gli atleti britannici non sanno farne a meno.