Simbolo e leggenda della pizza dall’altra parte dell’Oceano Atlantico – Andrew Bellucci, patron dell’omonima pizzeria incastonata nel quartiere Queens, a New York, si è spento all’età di 59 anni. L’annuncio è arrivato direttamente dai canali social della sua stessa pizzeria: “Riposa in pace” si legge nel post in questione “grazie per tutte le lezioni che ci hai insegnato sulla pizza, la passione della tua vita”. Stando a quanto lasciato trapelare dai famigliari, il leggendario pizzaiolo è venuto improvvisamente a mancare a causa di un infarto, collassando a terra mentre si trovava al lavoro.
Andrew Bellucci, leggendario pizzaiolo di New York, è morto a 59 anni
Il personale presente ha immediatamente contattato i servizi di emergenza sanitaria: una volta giunto sul posto, il personale medico ha praticato le manovre di primo soccorso di rito, come le compressioni toraciche, per circa quattro o circa minuti di tempo prima che Andrew Bellucci, privo di conoscenza, venisse trasportato al Mount Sinai Hospital, dove è di fatto stato dichiarato morto.
La storia di vita di Andrew Bellucci brilla di lucida (ma a tratti anche un po’ appannata) follia: dopo essersi fatto un nome nel mondo della pizza di Manhattan nei primi anni ’90, la sua carriera venne interrotta da un breve periodo dietro le sbarre per appropriazione indebita di fondi da uno studio legale in cui aveva lavorato in precedenza. Tornato in libertà, trascorse ben sedici anni a guidare taxi prima di riavvicinarsi a impasti e forni nel 2013, durante un soggiorno a Kuala Lumpur in compagnia del ristoratore Michael Helfman.
Poi l’esperimento con Leo Dakmak, sulla 30th Avenue, segnato dalla sua celebre affermazione – “Ho un solo obiettivo: diventare il primo locale di pizza al taglio a ottenere una stella Michelin“. La collaborazione, tuttavia, ebbe breve durata: in pochi mesi Bellucci abbandonò il progetto e aprì la rivale Bellucci’s Pizzeria, ad appena otto isolati di distanza, questa volta in compagnia di Matthew Katakis.
Il suo passato con Dakmak, tuttavia, lo inseguì e, dopo una breve scaramuccia legale per violazione del marchio – il ristorante aperto con Dakmak, di fatto, si chiamava Bellucci Pizza; fin troppo simile alla Bellucci’s Pizzeria nata a una manciata di isolati di distanza -, dovette cambiare il nome del suo nuovo locale in Astoria.
“Eravamo finalmente al punto in cui ci sentivamo snelli, pronti, operativi correttamente e tutto funzionava” ha commentato Katakis. “Ma ora… Questo è un evento tremendamente tragico. Ma abbiamo imparato molto da lui: era un grande maestro e filosofo dell’impasto. Non c’era pizza migliore in tutta New York“.