Un angolo di New York illuminato dal riflesso della luce di Hollywood, un piccolo – ma proprio piccolo – assaggio d’Italia dall’altra parte dell’oceano reso celebre da un film che ha definito gli ultimi decenni del secolo scorso. Ci stiamo riferendo a Lenny’s Pizza, storica pizzeria incastonata nel quartiere di Bensonhurst, un tempo frontiera italo-americana nella eterogenea realtà della Grande Mela, apparsa nella sequenza iniziale del film La Febbre del Sabato Sera; dove un tamarrissimo – ma affascinante, bisogna ammetterlo – John Travolta ordina un double decker (ossia, tanto per intenderci, due fette di pizza sovrapposte) prima di continuare per la sua strada.
Stayin’ Alive, Stayin’ Alive
La scena è iconica: passo sicuro di sé, stivaletti granata con tanto di immancabile tacco, camicia rosso sangue con il colletto largo, giacca in pelle nera. Passo sicuro di sé, il nostro protagonista percorre le strade della periferia newyorkese sulle note di Stayin’ Alive dei Bee Gees fino a Lenny’s Pizza, con un movimento della camera che inquadra prima l’iconica insegna al neon e poi, a scendere, il bancone da cui Travolta fa il suo ordine.
L’accento della signora che lo serve è inconfondibilmente italiano, e l’aria dello Stivale viene ripresa anche nell‘insegna della pizzeria stessa, che porta il verde, bianco e rosso del tricolore. La stessa insegna che, dalla Febbre del Sabato Sera a oggi, ha continuato a segnalare a passanti e golosi la possibilità di acquistare un trancio di pizza fumante. Beh, almeno fino alla scorsa domenica – data in cui, dopo anni (ma dovremmo dire decenni, a essere precisi) di attività e una popolarità salita alle stelle (una cortesia, questa, del film diventato un cult) i proprietari hanno infine deciso di tirare giù la serranda una volta per tutte.
Colpa delle bollette troppo salate, dei ritardi nel pagare gli affitti? È l’ennesimo strascico delle chiusure legate alla pandemia da Covid, che hanno creato buchi in bilancio troppo grandi per essere ignorati o, meglio ancora, risanati? No, fortunatamente no. L’addio, per quanto possa essere amaro, è addolcito da una spiegazione postata sui canali social della pizzeria: “Mio padre va finalmente in pensione a 77 anni” si legge nell’annuncio. “Per fortuna abbiamo sempre lavorato molto bene, e abbiamo pensato che fosse giusto chiudere una volta che mio padre si sentisse pronto. È tempo per lui e per me di goderci le nostre famiglie”.
Un ultimo assalto, in casi come questi, è d’obbligo: prima della chiusura definitiva orde di nostalgici si sono messi in coda per un ultimo trancio di pizza e per scattare una foto davanti all’insegna.